LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

nella foto: Castrum Calendaschi e poco discosto sulla via romea
la Villa Arena ove sorgeva l'oratorio di S. Rocco
- mappa del Bolzoni del 1587 -


Una visita pastorale del 16 dicembre 1579

la antica visita alla nostra chiesa di Calendasco fu "apostolica" effettuata per conto del Vescovo mons. Giovan Battista Castelli



CALENDASCO

la chiesa parrocchiale ha sottoposti due oratori, uno dei quali posto ad Arena, 1 km prima del paese e dedicato a SAN ROCCO.


Per cura della moglie di Luigi Confalonieri, nella relazione della visita pastorale del vescovo alla chiesa parrocchiale di Calendasco, retta dal presbitero Antonio del Milio è scritto che l’Illustrissima Domina versa un obolo per la fornitura annuale dell’olio necessario per la lampada dell’altare maggiore posta accanto al Santissimo Sacramento.

Leggiamo anche che:

In predecto territorio de Calendasco” sottoposto alla chiesa parrocchiale è “oratorium nuncupatum sub vocabulum Sancti Rochi posito in loco arene” ove risiede il Signor Rizzolo ed è “in territorio diciti loci Calendaschi ed quo est profanatum et nihil habet in bonis, et non habet aliqua paramenta...”

Dalla carta deduciamo che il culto a San Rocco era esistente: santo penitente terziario, venerato principalmente contro la peste e anche assurto a protettore dei pellegrini. Infatti la località di Arena, ancor oggi esistente è sulla “strata romea” cioè la via Francigena che dirige a Calendasco ed al porto del Po luogo di transito e traghetto.

L’oratorio nel 1579 è ormai desueto e profanato, cioè non più in uso, questo significa che doveva avere una antica fondazione, ed essere abbastanza antico ed addirittura risalente alla prima divulgazione del culto in terra piacentina, come appunto fu in Sarmato e nella stessa Piacenza.

Possiamo ritenere che un tempo, cioè prima della profanazione, fosse dotato di propri arredi e paramenti per la sacra liturgia ed anche fosse adorno di pitture al Santo Rocco.

Purtroppo oggi dell’oratorio si è persa completa memoria e non è desumibile sapere ove fosse ubicato e anzi si crede certamente abbattuto nel tempo.

Certezza vuole però che esso sorgesse al ridosso della strada principale diretta al borgo sul Po: ancora oggi questa piccola frazione sorge lungo l’asse viario principale ed è segnalata già come frazione, nominata quale Arena, in mappe del tardo 1500 ed in carte notarili molto più antiche che indicano terre e possedimenti in Arena territorio di Calendasco.


Circa San Rocco e San Corrado in rapporto all’eremitorio ed ospedale per pellegrini di Calendasco presso al molino del gorgolare

Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si voglia - era stata per me una scoperta importante! Infatti questo santo, veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con la comunità retta dal superiore frate Aristide. Anzi è logico e probabile pensare anche 'storicamente' di un loro incontro e conoscenza!

E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospitio in ospitio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è tra i 'fondanti'.
Non mi dilungo qui, ma già documenti del tardo 1300 identificano storicamente il "romitorio con
Superiore frate Aristide", e per ora tanto basti, (più avanti gli Studi in preparazione renderano onore e giustizia al vero con precisione di carte e documenti).



Per approfondire

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