LETTURE DEL BLOG N. 131.752 ALLA DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

Gorgolaru, villa sutta Placentia nominata

Lo storico capace e serio si affida

ai documenti, oppure, mancando questi,

alla logica più deduttiva




GORLAGO e BORGOTARO

ASTORICO e SENZA BASE LOGICA



Scrive il Balsamo, che è fra gli studiosi netini del santo, (scrive 18 anni fa ndr), alla pag. 99 degli Atti del Convegno del 1990 che “E’ necessario ritenere che il Pugliese – la cui attendibilità ci pare fuori discussione – accingendosi a rivedere ed ampliare, sul finire del Cinquecento, il suo poema... ebbe a frugare utilmente fra le antiche carte della Chiesa Madre...”. Il Pugliese è lo storico netino che cita oltre al cognome – Confalonieri – del Santo piacentino, anche il luogo del ritiro: Gorgolaru, villa sutta Placentia nominata.

Villa sotto a Piacenza, e sappiamo che le mappe del 1500 e le odierne, nella toponomastica piacentina, tenendo a riferimento ancor oggi il fiume Po, dicono ‘sotto’ il NORD e ‘sopra’ il SUD, bastino le cartine odierne con decine di località della provincia di Piacenza così nomate e così sistemate geograficamente.

Villa sutta Placentia: luogo a nord di Piacenza, in giurisdizione di Piacenza!

Quindi NON Gorlago nel bergamasco a oltre 100 km e neanche Borgotaro, a oltre 100 km da Piacenza ed in territorio di Parma! Ipotesi inenarrabili eppure pare che ancor oggi, non ostante la pubblicazione del volume del 2006 sugli “Inediti Piacentini” circa San Corrado, ancora si propini non si sa per qual si voglia storicità, del luogo del ritiro essere anche il Borgotaro.

Per di più se si dice essere il Pugliese storicamente valido. O del Pugliese è tutto storico e valido oppure no: cioè quando cita nettamente del Confalonieri, idem nel caso del villa sutta Placentia!

O forse si ritiene valido solo quello che giova a ‘buon pro’ personale? Ma la verità storica circa il nostro amatissimo Santo Patrono non può rimanere avvilita da prese di posizione che tentano di salvare tesi ormai superate, e con elementi d’Archivio reperibilissimi da libri pubblicati in Piacenza di recente, 2005 e 2006!

Oppure per chi sà quale opportunità, o per non rimetterci la faccia, qualcheduno ritiene perseverare nella astoricità, che però, e per fortuna, è già stata criticamente vagliata e ritenuta valida così da mettere “a riposo” le sorpassate tesi! Valide forse nel 1990, non più ora, ed a ragione: carta canta!

Ripartiamo da qua, il Patrono, che veneriamo tutti indistintamente con assidua devozione, lo merita.

Fulvio A. Malvicini


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