A proposito di San Corrado
E della sua iconografia
di Umberto Battini
Scrive mons. Salvatore Guastella nel bel articolo per “L’Araldo” su San Corrado e la Madonna che “nella chiesa del Ss. Crocifisso, all’altare delle Anime del Purgatorio, una tela raffigura il Santo Eremita che, in ginocchio, impetra da Maria Ss. Scala del Paradiso la liberazione di quelle Sante Anime.”.
Ebbene, questa iconografia la ritroviamo in una tela di ottime dimensioni dei primi decenni del 1900, che oggi si conserva nella chiesa di San Vitale a Salsomaggiore Terme (Parma), città termale che un tempo fu sottoposta alla Diocesi di Piacenza (cosa vera fino a pochissimi anni fa) ed oggi passata sotto l’amministrazione della Diocesi di Fidenza (Parma). Sorprende che l’enorme distanza chilometrica che separa la terra d’elezione del Santo abbia invece permesso la diffusione del ‘modello’ iconografico attribuibile a San Corrado: infatti è santo eremita, francescano e pellegrino. Ed è infatti sempre in uno o più di questi abiti che principalmente possiamo ritrovarne la riproduzione a scopo devozionale. Sempre a Salsomaggiore, nella piccola e più antica chiesa di San Bartolomeo, si conserva in una nicchia dell’abside, la statua di San Corrado Confalonieri in veste di pellegrino: appunto con bisaccia e bastone, iconografia questa abbastanza inconsueta ma qui voluta in questa ‘veste’ nel lontano primo 1700. La statua, testimonia uno studio critico della chiesa e dei suoi Registri, conserva questa statua dal 1700 e dedicata a San Corrado piacentino, oltre che si specifica che fu acquistata all’epoca in Francia.
Dicevamo del quadro salsese: esso è dedicato a S. Giorgio che pesa le anime, con alla sua destra S. Margherita martire ed alla sinitra S. Corrado che con il libro dei Vangeli aperto tra le mani, impetra la liberazione delle anime del purgatorio che a lui si rivolgono. L’iconografia del santo richiama proprio quella del taumaturgo: sulla spalla il Tau e l’abito da eremita-penitente. La tela originariamente era conservata nella ormai dimessa chiesa di Mariano tra le prime colline, fu poi trasportata a Salsomaggiore e conservata per qualche tempo nel grande Oratorio D. Bosco. Da qualche anno è stata esposta, per l’opera del parroco mons. Giacomo Bolzoni, nella chiesa Superiore di S. Vitale per la pubblica venerazione, ed essendo questa imponente chiesa sulla piazza posta dinanzi alle maestose Terme Berzieri, è per buon periodo dell’anno osservata da turisti e utenti termali.
E’ bello poter fare questa importante analogia tra Noto e la terra piacentina del Santo, che ci dimostra come nel territorio appresso al Ducato farnesiano piacentino, cui questi luoghi citati erano sottoposti, fosse venerato e orgogliosamente tributato d’onori in immagini devozionali di forte impatto emotivo.
Umberto Battini
Agiografo di San Corrado