LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

Pillole di storia netina e di San Corrado

a cura di
Salvatore Sessa

Notizie storiche tratte e riassunte dall’autore di questo bell’articolo, dall’opuscolo di Corrado Bonfiglio Piccione intitolato "L'Eremo di S.Corrado".

Con l’indicazione S.Corrado di fuori si intende S. Corrado fuori le mura.
Prima del terremoto del 1693 esisteva sulla collina soprastante alla grotta ove il Santo pregò un eremo intitolato a Gesù e Maria e che in seguito al detto terremoto rovinò.

Allora il barone Rosario Landolina e suo fratello il sacerdote Nicolò con atto del 16 dicembre 1694 donarono agli eremiti due tumoli di terreno sulla collina opposta per fabbricare la chiesa e l'eremo che ci sono tutt'ora .

Donazioni di terre fecero in progresso di tempo il detto sacerdote Landolina , Francesco Mazzone e un certo Giammanco.
Eretto l'eremo, all'antico titolo di Gesù e Maria fu aggiunto quello di S. Corrado. Agli antichi eremiti si unirono i nuovi seguita dalla fama della santità del luogo e della loro vita esemplare con una austera penitenza, che fu di tanto esempio che trasse al luogo non pochi non solo dall'Italia ma anche dall'estero e che vestirono il saio eremitico. Parecchi fra essi morirono in fama di santità.

Nel 1749 frà Luigi Belleri da Pavia che aveva cambiato la sua ricca divisa di capitano del reale esercito con l'abito eremitico e frà Guglielmo Spataro nostro concittadino fecero innalzare il ritiro e l'annessa chiesa per così racchiudere la grotta ove S. Corrado morì.

Venerabile Girolamo Terzo, netino
Circa
l'erezione dell'Eremo inferiore o Ritiro è da precisare che gli eremiti
Belleri e Spadaro, furono gli esecutori materiali per volontà del netino
Ven. Girolamo Terzo (già eremita a S. Corrado di fuori, superiore dell'eremo
Maria Ss. dell Scala; nel 1741 veste l'abito carmelitano). Egli è il fondatore
del Santuario di Maria Ss. Scala del Paradiso, oggi Santuario Mariano della
diocesi netina.


"Oltre che per l'erezione del Santuario della Madonna della Scala, il Ven. G. Terzo (1683-1758) resta altamente benemerito per aver promosso la costruzione anche del Santuario che custodisce la venerata Grotta di San Corrado, in contrada S. Corrado di fuori. Infatti fra Girolamo nel 1751, IV centenario della morte del Santo piacentino, incaricò gli eremiti Guglielmo Spadaro, Luigi Belleri e Saverio Errico perché erigessero 'a gloria di San Corrado e vantaggio delle anime' quel Santuario e l'annesso Ritiro (o Eremo inferiore) a dimora degli eremiti i quali, guidati da un vice superiore, vegliassero a turno ogni notte in orazione dinanzi al Ss.mo Sacramento nella stessa santa grotta. Fra Belleri ottenne dal Venerabile di non mettere mano ai lavori senza aver prima raccolto una somma che si potesse dire sufficiente alla realizzazione.

Un giorno, essendo fra Belleri maggiormente preoccupato per la difficoltà dell'immenso assunto, fra Girolamo per incoraggiarlo gli disse: 'Fra Luigi, prendete questo mio mantello che vi dono come Elia ad Eliseo, e vi sia pegno che io lascio per l'esito felice dell'opera che avete cominciato in onore di S. Corrado'. Il Ven. Servo di Dio, ancorché anziano, volle nel 1756 recarsi in pellegrinaggio dalla Scala a S. Corrado di fuori per vedere il nuovo Santuario e pregare ancora una volta prima di morire nell'amata grotta dei Santo Patrono di Noto!
"Alle volte - affermava fra Girolamo con edificante semplicità - quando faccio orazione con gli occhi chiusi, mi pare che parlo con San Corrado e dico tre me: " Questo è San Corrado"! così allegrezza e giubilo invadono l'animo mio!"



Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
  • Questo Blog e' un prodotto amatoriale e non editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001
  • Segnalate i vostri commenti, suggerimenti, idee
  • Per informazioni devozionali e storiche sul Santo Corrado potete contattare la mail penitente@alice.it
  • Usate liberamente foto e testi ricordando di segnalare il sito da dove proviene il materiale
  • L'Araldo di San Corrado è il Collegamento Devozionale Italiano dei Devoti e Fedeli del Santo piacentino morto a Noto il 19 febbraio 1351 e nato in Calendasco (Piacenza) nel 1290