del 2000
OMELIA Tenuta
In CALENDASCO
Da Mons. Salvatore Guastella
Domenica 19 marzo 2000
Chiesa Parrocchiale
In occasione del
3° Convegno Nazionale di Studi
In Onore di S. Corrado Confalonieri
Piacenza Auditorium Civico S. Ilario
“Fra Corrado de Confalonieri
Santo pellegrino ed eremita”
Alle origini dei penitenti francescani
In terra piacentina
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SAN CORRADO CONFALONIERI nel Romitorio di Calendasco (Piacenza)
matura il desiderio di solitudine e di preghiera nell’avventura umana
più nobile,
quella della circa di Dio e
come il biblico Abramo lascia la sua terra piacentina,
va pellegrino sino a Noto (Siracusa), la terra che gli ha indicato il Signore.
Dio disse ad Abramo: «ESCI dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla tua casa
verso la terra che ti mostrerò» (Genesi XII 1);
«PRENDI il tuo figlio Isacco e offrilo in olocausto
dove io ti indicherò» (Gen. XXII 2).
Come il patriarca Abramo, Dio ha chiesto al giovane cavaliere piacentino Corrado, dopo l’increscioso episodio dell’incendio durante una battuta di caccia, di separarsi dal passato: “Esci dalla tua terra”! E venne a Calendasco presso il Romitorio dove viveva una piccola comunità di «poveri e servitori di Dio». Dopo il periodo di formazione religiosa, il Signore lo chiama di nuovo: questa volta gli chiede di separarsi anche dal suo futuro - “offrilo in olocausto!” - perché il giovane Corrado ponga la sua ‘sicurezza’ solo in Lui, nel Signore, non nei confratelli né in quel sacro luogo prescelto.
E perché? Qual’è stata l’occasione, il motivo contingente di cui si è servita la
Provvidenza? Comunque, il Signore chiede al giovane novizio di distaccarsi anche da quell’amato Romitorio: «Corrado, voglio che sia solo io la tua sicurezza; io il tuo Signore, la tua unica scelta ed eredità»!
Prima di lasciare Calendasco, il superiore del Romitorio, fra Aristide, prega con lui e così lo benedice: «Frate Corrado, in nome di nostro Signore Gesù Cristo ricevi questo bordone di pellegrino, sostegno per il tuo viaggio e le tue fatiche durante il cammino. Ricevi questa scarsella e questa viéra affinché, trasformato e purificato, tu possa meritare di arrivare alla meta dove desideri giungere» (dal ‘Liber Sancti Jacobi’).
E per la via romea francigena Corrado giunge a Roma ‘crocevia dei santi’. Nella Città Eterna gli si fa più chiaro il progetto di venirsi a stabilire in Sicilia, in mezzo a gente sconosciuta. Ma già, forse, sono stati quei “poveri e servitori di Dio” del Romitorio di Calendasco ad indicargli la Sicilia come il luogo dove trovare tranquillità e protezione per il suo progetto eremitico. Comunque, Noto diverrà la sua definitiva seconda patria, il luogo scelto dal Signore per condurlo alla santità. Qui, nella grotta dei Pizzoni, frate Corrado piacentino vive quello stesso carisma eremitico di Calendasco: cioè il silenzio, la preghiera e qualche confratello; doni che egli ha compreso dover vivere ogni giorno con lo stesso spirito di distacco ascetico che Dio aveva chiesto al patriarca Abramo.
«Offri in olocausto»! Tutta la vita eremitica del nostro Santo è ‘sacralizzata’ dalla totale obbedienza filiale al Signore a servizio di ogni fratello.
Ci accompagni nella vita la Provvidenza di Dio e la benedizione di San Corrado.
Salvatore Guastella