54 E ne sono stati pubblicati gli atti (Noto 1992).
55 Come ha dimostrato ROTOLO, Vita Beati Corradi; dove si veda pure la bibliografia, pp. XIXVII,
alla quale si aggiunga la voce Corrado Confalonieri, in A. CATTABIANI, Santi d’Italia. Vite leggende
A-G; la voce, divulgativa, contiene pero` le sviste tradizionali, cominciando dall’abbaglio sul nome
2003, pp. 176-177. Cito dall’ed. Rotolo, indicando numerazione delle righe, conservandone
grafia, ma non sempre la punteggiatura; eventuali interventi saranno segnalati. Un’osservazione: i
righe, quasi feticisticamente; forse sarebbe piu` semplice per lo studioso e per ogni lettore avere
una commatizzazione, in modo che si possano fare i rimandi ai capitoli ed ai versetti, come un
56 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 10.
57 Nelle sue due edizioni critiche, sopra citate.
58 CRACCO, Per la storia religiosa della Sicilia, pp. 134-136.
59 chi: qui e altrove la grafia ch indica la palatale, mentre per la sorda spesso si trova k; si
60 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 4.
61 Il copista ringraziando Dio, quasi in un colophon, aggiunge: «Anno Domini incarnacionis
Millo CCCºL’ quando recessit ab hac vita»: il valore da dare a quando lascia perplessi, poiche´
comincia una temporale e viene a mancare la principale. Se si intuisce facilmente che il soggetto
e` Corrado, non si sa poi che cosa accadde quando recessit. Un dubbio: se invece di quando ci fosse
con questo il Rotolo) quando. E` evidente che si ha un’abbreviazione. Del resto, il millo deve quasi
e liturgico; in illo tempore, infatti, e` l’incipit quotidiano nel Vangelo della messa. Se poi si
62 «Et lu beatu Corradu rispusi e dissi» (r. 82): nella dittologia scorgo il calco di respondit
dicens del latino (biblico), ma potrebbe essere dell’autore, denotando cosı` familiarita` dello scrittore
63 Accenna alle ortiche di Benedetto CRACCO, Per la storia religiosa della Sicilia, p. 135, con
la conclusione: «La Vita del beato Corrado e` piu` vicina alla Vita di Antonio che ai Dialoghi di
Gregorio Magno». La tentazione riguarda le primizie, non tanto i fichi, che per i padri del deserto,
e per Ilarione in particolare, erano l’unico cibo («herbarum succo et paucis caricis», HIERONYMI,
Vita Hilarionis, 3.5). Il testo dice: «... primeri ficu... cussı` maturi», ROTOLO, Vita Beati
Corradi, p. 142. «Primizie sono le cose primaticcie, le quali per la sua novita` piu` piaceno»: cosı` il
BUTI (voce primaticcio, in S. BATTAGLIA, Grande Dizionario della lingua italiana (GDLI), Torino,
64 HIERONYMI, Vita Hilarionis, mette in evidenza nell’incidentale: «Hilarion ortus vico Thabata
[...] cum haberet parentes idolis deditos, rosa, ut dicitur, de spinis floruit» (2.1).
65 Francesco ai suoi frati mostra una borsa con danaro, da cui esce un serpente (Vita secunda.
Cap. XXXVIII. De pecunia versa in colubrum, in Fontes Franciscani, pp. 506-507).
66 Non si deve dimenticare che il vino e` materia del sacrificio eucaristico, con il pane; i pesci,
di cui si trova anche accenno, sono uno dei due elementi della moltiplicazione miracolosa di Cristo.
67 Non sono riuscito ad individuare questo ‘formaggio rosso’, pur avendo consultato glossari
e dizionari, compresa la PL in Cd-rom. Isidoro non dice quasi nulla sul formaggio: «Caseum
vocari quod careat serum, quasi careum; nam serum ei nomen omne deducitur ut ponderibus
arguatur» (Etym. XX ii 33; cito da Etimologie o Origini di Isidoro di Siviglia, a cura di A. VALASTRO
CANALE, Torino, UTET, 2004; testo del LINDSAY, Oxford, 1911, con revisioni); di rosseggiante
conosce solo il pane: «Rubidus, recoctus et rubefactus» (Etym. XX ii 15). Papia scrive:
«Caseus dictus quod caret sero; vulgo formaticum» (PAPIAS Vocabulista, Impressum Venetiis
per Philippum de Pincis Mantuanum, Anno Domini Mccccxcyi. Die. xix. Aprilis; anast. Torino,
in Venetia, per Bernardino Benalio Bergomense, a.D.
(ed. fototipica, Padova, Studio Editoriale Programma, 1991); il Savonarola, vissuto dal 1384
ca. al 1468, e` avo del piu` famoso Girolamo, il frate domenicano. Non accenna a problemi di colore
del latte la PANTHALEONIS DE CONFLENTIA Summa Lacticiniorum (manca l’indicazione di
per Antonium Blanchard, 1525 die vii Januarii»).
68 La voce qui conserva il significato etimologico arabo, per metonimia (il contenuto per il
contenitore). In BATTAGLIA, GDLI, voce cassata, non ci sono esempi di questo tipo, se non quello
moderno di dolce.
69 «Vile e` l’orzo tra tutte l’altre biade» scrive GUIDO DA PISA (s. v. orzo, in GDLI); e si veda
la frase, alla voce zotico, di GIOVANNI DOMINICI: «Colui che colla sola parola pacifico` il tempestoso mare, ... colla sua santissima mano benedica questo zotico pane d’orzo»; «Il pan adoncha
capitoletto De l’orzo, in SAVONAROLA, Libreto, cit. Ricordo che i pani moltiplicati da Cristo in
70 Queste coltivazioni sembrano fare da contrapasso alla devastazione dell’incendio, causa
della conversione: «lu focu [...] arsi multi arbori et campi et vigni et jardini» (rr. 20-21).
71 La parola, che richiama comunque gli antichi eremiti, significa soltanto ‘luogo solitario’;
nel nostro Medio Evo, spesso la selva sostituisce l’eremitorio.
72 Termine con cui tutt’oggi si indicano le coltivazioni di frutta.
73 «... bellissima palma... fonte d’acqua viva, e chiarissima»: cosı` il CAVALCA, Cinque vite di
eremiti, p. 87.
74 Cito da La vita et la morti di lu beatu Honofriu, Testo in volgare siciliano del sec. XV, a
cura di L. LORENZINI, Messina-Soveria Monnelli, Rubettino Editore, 1953: Panunzio trova
chitri et altri arbori, li quali tutti eranu carricati di frutti, et lu loru sapuri era piu` dulchi di
la lezione di vari testi in latino, in «Studi e problemi di critica testuale», LII, 1996,
cio` conferma la natura stessa di queste vite.
76 HIERONYMI, Vita Hilarionis, 21. 2-7.
77 Se il testo e` corretto, si osservi che qui si dice Vallo di Noto, mentre al r. 110 tutta la valli
di Nothu.
78 Si noti la grafia qui costante ki... chi, una gutturale e l’altra palatale. L’ultima frase e` memoria
di Ps 21, 17: «Circumdederunt me canes multi»?
79 Anche oggi, settembre 2006, ci rendiamo conto della realta` di quest’affermazione per i
profughi che talora sbarcano proprio nella zona.
80 HIERONYMI, Vita Hilarionis, 20. 2: «Concurrebant episcopi».
apud Alexandriam verso in piscem. La popolarita` dell’exemplum era ancora vivo in Sicilia verso il
1950, come ho sentito dagli anziani; protagonista, pero` , era san Francesco di Paola, a cui si voleva
dare in cibo un pollo (si ricordi che i Minimi non mangiavano carne), ma egli fece vedere le lische
del pesce che, previdente, aveva conservate. Faccio notare, per la narrazione, che i giovani mettono
in risalto il giorno, quando invitano Corrado: «O patri, vuliti viniri hogi a consolacioni, ka
82 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 158, nota al r. 440, scrive: «dubitu: voce popolare, ma piu`
comunemente: dubbiu». Invero la frase: «Viniti jza` , frati mey, non aiati dubitu» detta da Corrado,
vuol dire ‘non temete’, dal prov. dobtar <> ‘dottare‘ (ant. ital.); la voce e` pertanto sinonimo
di dottanza, che nell’OVI ha come primo significato ‘timore’, con attestazioni che partono
da Giacomo da Lentini attraversano l’Italia, con tanti esempi, fra i quali: «Accurso di Cremona,
1321/37 (mess.), L. 9, cap. 13, vol. 2, pag. 231.29: O pacha fidi di jurari per infelici
Stesso discorso vale per p. 161, dove si trova identica espressione.
83 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 159: «... dissi la iusticia: ‘‘Di veritati», spiegando in nota
«e` una forma di giuramento»; credo migliore l’imperativo: ‘... dissero i giudici: dicci la verita` ... e
Corrado disse la verita` ’. Si osservi la grafia iustica e justica (rr. 458-459); se non e` errore di
stampa, dato che si legge anche iusticia, potrebbe trattarsi di un relitto grafico, conservato dal
copista; non si dimentichi pero` che ci troviamo in area laterale e non si puo` per questo dare
84 Si noti la commistione di discorso diretto ed indiretto.
85 Questo miracolo segue quello in cui il masso viene spostato, piu` che per la forza del
fianchi del monte; l’altro nella vita di Nonnoso, che sposta con la preghiera un masso per allargare
l’orticello (I, 1.4; I, 7.2).
86 Il primo miracolo di Ilarione e` quello di dare fiducia ad una donna sterile, che, per la
(rr. 135-136).
87 Le vite antiche di Iacopone da Todi, a cura di E. MENESTO ` , Spoleto, Centro Italiano di
Studi sull’Alto Medioevo, 1991 (1ª ed. 1977), p. 13. Per un discorso generale sulla coratella guasta,
cfr. p. XXX. Per la datazione, cfr. lo stemma codicum a p. LVI. Il testo edito dal TOBLER e` del
sec. XV, ma la Vita primitiva, comunque, secondo lo studioso, risale alla fine del secolo XIV. Ho
inserito, al solito, punteggiatura e maiuscole.
88 Segnalo col corsivo parti visibilmente vicine alla Vita iacoponica. Per i rimandi biblici del
testo, cfr. ROTOLO, Vita Beati Corradi, ad locum.
89 Costrutto col dativo (ingannara).
90 fichi: qui palatale; ma nell’episodio dei fichi la grafia e` identica.
91 Quasi certamente la j indica una affricata prepalatale sonora (non e` certo mania`ri: ‘maneggiare’);
piu` avanti, il verbo e` scritto con i; ho messo l’accento per rimarcare questa ambiguita`
92 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 148, n. 2, vorrebbe correggere di l’anca, ma la longa e` la
lombata.
93 ROTOLO, Vita Beati Corradi, scrive, qui e altrove: Bartuchu lu Longu; mi pare piu` semplice
Bartucciolo Longo. Trovo nell’OVI, voce ciriegio: «Doc. perug., 1322-38, pag. 120.42: De(m)mo a
salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia», e` chiamata, per quella forma di antifrasi che
ispira i nomignoli popolari, la moglie di Bastianazzo nei Malavoglia. Infine, «fra Filippo Lungo fu
94 Con solita alternanza di singolare e plurale.
95 ROTOLO, Vita Beati Corradi: vuulinteri, rimarcando la grafia del ms., che mi sembra errata;
piu` sotto vulinteri, richiamo stilistico iterato. Anche gli altri due donatori dei miracoli seguenti
dicono lo stesso avverbio.
96 Si noti l’ordine sintattico, con il predicato spesso anteposto al soggetto.
97 Ripresa con et dopo proposizione temporale.
98 auchidi: ma in Mt 15, 11 si tratta di coinquinat: «Non quod intrat in os coinquinat hominem,
99 Il sintagma vita ordinata (ripetuto nell’altra tentazione sul cibo), con la variatio che segue
penitencia ordinata, e` un tassello di Ilarione: «Sicque complens ordinem vitae numquam ante solis
5. 1). Tutta la vita di Corrado e` ordinata: nel suo primo fermarsi a Noto, lavorava la terra
«amagistrau multu ordinatamenti» (r. 523) alle fatiche corporali e spirituali quel giovane che a lui
si era affidato per servire Dio (nel capitolo, pero` , si intromette la tentazione carnale per il giovane,
che, cedendo, lascia l’eremo, e fara` brutta fine, come profetizzato da Corrado).
100 Nella tentazione dei fichi si trova mala Cogitacioni, sinonimo di ‘diavolo’ (r. 318). Ricordo
che l’albero a cui si accosta era una «ficu ki ’ndi havia multi ficu» (r. 321): ora, in HIERONYMI,
Vita Hilarionis, 3.1, si legge che l’eremita «quindecim tantum caricas post solis occasum
comedens»: l’espressione siciliana e` forse reminiscenza (traduzione) di caricas?
101 Perche´ ispiratore della Scrittura, o, forse, per un errore del santo (o del copista?), dato
che il diavolo ne sa una in piu` ... Si noti pero` nella tentazione seguente la corretta attribuzione.
102 «Anche questo testo deriva da Qo (= Ecc[lesiaste]) 9, 12: ‘‘L’uomo ... [e` ] simile ai pesci
che sono presi dalle reti. Ma la frase: lu pixi esti pigliatu per la bucca et a la gula ripete un proverbio
103 Prendo l’appunto da M. LEONARDI, Intertestualita` ed intratestualita` nelle laude di Jacopone
XVII, Universita` degli Studi del Piemonte Orientale «A. Avogadro», Tutore prof. S. Prandi,
del topos, cita Isidoro, Andrea Capellano, poeti provenzali, Cielo d’Alcamo ed altri.
104 Si noti nella narrazione il bonu/bona ripetuto quasi come unico aggettivo.
105 Ho modificato la punteggiatura di ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 150: «... la quali li sapissi
106 Periodo ipotetico con doppio congiuntivo.
107 La rima in -ati mette in evidenza due versicoli.
108 Il tempo non e` concordato, quasi sottintendendo avendo, in una forma di participio assoluto.
109 Mentre Corrado «accumenza a ffari penitencia», il demonio «accumenza a ssermunizzari
il santo agisce e il diavolo predica.
110 La carita` , intesa come elemosina, ma fatta ‘per l’amore di Dio’, diventa il perno del discorso
diabolico, tanto che la frase e` conclusa in modo circolare: non si perda la caritati.
111 oy ordinata vita: anche questa potrebbe essere una glossa.
112 miscati: da riferire a pinni.
113 HIERONYMI, Vita Hilarionis, 3.4. Pero` , poi, il pane d’orzo e verdura poco cotta e senza
114 Per la tentazione Satana non si muove da solo, tanto che il secondo verbo e` concordato a
115 Si noti ancora questa concordanza.
116 Francesismo, gia` presente nel Tesoretto; ma anche «dulchi amicu meu» (r. 102) e` sintagma
117 Prolessi dell’oggetto, ripetuto con il pronome. Tratto stilistico che si ripete, ad esempio,
118 Il Curti interpreta vetraio; ma giustamente dice vecchio il ROTOLO, Vita Beati Corradi,
p.
italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1966-1969, § 1092; suffisso per i mestieri e` -iere, -iero
§ 113, ed anche -aio, -aro § 1072). Ne acquista il significato (come aggettivo accolto dal Rotolo,
glossario, s.v.: il santo, infatti, quando il vecchio lo saluto` , «chi prisi la manu et aprisila et poy chi
la baxau dintru et dissi: ‘Benedicti senu quisti manu ki fanu tantu beni, ki campanu tanti creaturi’
» (vv. 20-21) del Cantico di frate Sole.
119 E anche nella Vita secunda di Tommaso da Celano (XLVI. 76).
120 Al limite tra sacro e profano, piu` vicino a questo che a quello, ecco un breve che serve per
imperadore. / Madre foste e madre se` te; / al santo mare voi andaste: / con undecimilia
san Giuliano, per cui si veda C. DEL POPOLO, Una lauda di san Giuliano, in Miscellanea di studi
romanzi, in onore di G. Gasca Queirazza in occasione del suo 65º compleanno, Alessandria,
con la madre di Costantino; l’incongruenza della data del martirio di Orsola e` stata gia notata
da IACOPO DA VARAZZE, Legenda aurea, CLIV. De vndecim milibus virginum, 41-46.
121 Ma si nasconde un errore di tradizione, per peccato, se a cuntay si da` il significato di
122 Poiche´ so che Mario Pagano prepara una edizione critica, in cui mettera` a frutto la sua
123 Secondo quanto scrive ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 6; ma Mario Pagano mi scrive:
«Dalle fotocopie in mio possesso, piu` che abrasi questi punti sembrano sbiaditi; per es., prima
di a iacunu mi sembra di intravedere un Et».
124 La preghiera, e` risaputo, e` il Pater noster, seguito dall’antifona Adoramus.
125 E si veda pure lo Speculum perfectionis minus,
126 ROTOLO, Vita Beati Corradi, p. 135.
127 Cfr. ROTOLO, Vita Beati Corradi, pp. 28-29.
128 Cfr. le annotazioni di Delcorno, in CAVALCA, Cinque vite di eremiti, soprattutto le pp. 14
ss., per la diffusione delle Vite presso gli ordini mendicanti e la cultura laica.
129 Interessante il motivo per cui Cracco ipotizza l’abbandono della Citta` Eterna: «Una critica
p. 131). Laura Gaffuri in una nota da` il resoconto di una lezione tenuta da Cracco a Vicenza;
in essa sono molto utili gli accenni ai diversi metodi di approccio alla lettura dei testi agiografici
(L. GAFFURI, Luoghi comuni e novita` nella vita dei santi medievali, in «Ricerche di storia
sociale e religiosa», n.s. XLI [1992], pp. 183-186). Altri elementi qui raccolti gli danno ragione,
conversione, aveva fatto un pellegrinaggio a Roma, come racconta il Celanese (Vita secunda,
cap. IV).
130 Il topos antico muove da Abramo.
131 Cfr. ad es. rr. 197-199: Corrado aveva salvato uno dal fulmine; questi, tornato a casa,
racconta le buone parole che il santo gli aveva dette: «Et quilli chi lu auderu appiru devocioni
assai». Mi sembra in filigrana il discorso fra la Samaritana e i suoi concittadini o altri episodi
evangelici.
132 Ma noto pure in altri contesti; cfr. il mio Una ‘drammatica’ «Lamentatio Virginis» (Leggendo
la «Sposizioni del Vangelo della Passione secondo Matteo»), in «Giornale italiano di filologia
133 Cfr. il racconto di Corrado che pregava e «vidi per spiritu kistu homu» (r. 187), cioe`
(«Curradu, standu in oracioni, per spiritu victi lu garzuni», rr. 214-215; ho anticipato la virgola,
dall’editore messa dopo spiritu).
134 Ma ROTOLO, Vita Beati Corradi, ad loc., pensa si tratti di errore per conversazione.
135 Lo spirito profetico del santo si rivela in parecchie occasioni; ad es.: rr. 169-170, 349-
136 CAVALCA, Cinque vite di eremiti, pp. 93-94.
137 E anche Mt 11, 4-6.