LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

Gli artigiani dei cilii


di Salvatore Bertoli


Non sappiamo se l’introduzione avvenuta nel seicento di quegli “intorti grandi” voluta dal canonico netino Pietro Ansaldo per illuminare l’arca argentea di San Corrado corrispondesse ai nostri odierni cilii, tuttavia segna una data d’inizio molto importante a cui tutti noi facciamo riferimento.

Agli inizi probabilmente la forma del cilio doveva essere molto semplice, doveva cioè svolgere il compito di proteggere il cero acceso.

Riteniamo che per illuminare l’arca argentea di San Corrado il cilio doveva necessariamente avere la stessa dimensione attuale, formato cioè da un lungo fusto di circa due metri, scanalato per una migliore presa sormontato da una coppa di latta che racchiude all’interno un enorme cero. Questa coppa è formata da otto lati dipinti con immagini floreali o con altre dove sono raffigurati il santo, l’urna o il luogo in cui visse.

La tecnica di esecuzione ha subito nel tempo notevoli modifiche, infatti ancora oggi possiamo trovare cilii molto antichi risalenti alla fine dell’ottocento ed i primi del novecento, lavorati con la tecnica ad incastro. Questa tecnica consiste nell’unire le varie facce del cilio incastrando i bordi con uno speciale attrezzo chiamato piega lamiera.

Gli antichi maestri lattonieri di cui abbiamo memoria lavoravano con maestria la lamiera realizzando delle vere e proprie opere d’arte, ricordiamo ancora oggi i nomi dei fratelli Di Maria, del maestro Azzaro, ma soprattutto quello del maestro Formica che operava nella sua bottega di via Salvatore La Rosa.

Oggi la tecnica è cambiata notevolmente, si predilige la saldatura, una tecnica più semplice e sbrigativa ma che perde in estetica. Le particolari lavorazioni che si facevano un tempo sono del tutto scomparse, così come sono scomparsi i grandi maestri.

Sono in molti oggi coloro che si cimentano a realizzare i cilii, purtroppo lo fanno esclusivamente a livello amatoriale, tuttavia sono pochi quelli degni di menzione, in particolare ricordiamo: Corrado Lupo, Concetto Nastasi, ma soprattutto Franco Nastasi, per tutti conosciuto come “Cicciu u gommista” e Salvatore Bertoli, quest’ultimo fra l’altro è anche l’ideatore del logo dei portatori dei cilii; Franco Nastasi molto bravo nella realizzazione del cilio nella sua forma grezza, basti pensare che è stato un po’ il maestro di tutti coloro che ai giorni nostri si cimentano in quest’arte, Bertoli invece si distingue in quella pittorica con tecniche innovative e sempre con lavori unici, a differenza degli altri che fanno copia conforme di altri modelli esistenti.

Salvatore Bertoli

Segretario della Associazione dei portatori di Cilii Fedeli a San Corrado - Noto




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