I Netini di Roma
celebrano il patrono San Corrado
23 febbraio 2008
Basilica Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali
(omelia)
A Noto, San Corrado è annualmente celebrato il 19 febbraio, giorno del suo beato transito. Sempre attorno al 19 febbraio – e quest’anno sabato 23 – noi Netini di Roma ci ritroviamo ad onorarlo in questa prestigiosa basilica dei Ss. Cosma e Damiano, dov’è il suo più antico affresco nella cappella di S. Antonio.
Carissimi concittadini e amici, succede per la seconda volta (a distanza di tre anni) che un nostro carissimo concittadino passa da questa alla vita eterna proprio poco prima del 19 febbraio: il 3 febbraio 2005 il carissimo Totò Occhipinti e il 4 febbraio 2008 il carissimo Piero Toselli: ambedue – come tutti noi, del resto – devotissimi del nostro Santo Patrono.
Piero è sempre con noi! Egli, in cordiale collaborazione con il presidente e i consiglieri dell’Associazione, è stato instancabile tesoriere generale, animatore di ogni iniziativa sociale, sostenitore di ben tre edizione del “Premio Poesia”, gestore attento e arguto dell’interessante “Notiziario” periodico della nostra Associazione, giunto al n° 85, e aperto alle associazioni “Gli Avolesi nel mondo sez. di Roma” e “Antonello da Messina”.
Lutto che ancora una volta vela la festa patronale, ma che ci dà occasione di sentirci più uniti nella preghiera di suffragio e solidali con la sposa di Piero, i figli, i nipoti e i parenti tutti.
Il Gen. Piero Toselli, indimenticabile amico fraterno, per te invochiamo la misericordia paterna di Dio e con te vogliamo rivivere – se pur nella brevità omiletica - il dies natilis al cielo di San Corrado, in quel 19 febbraio 1351 nella grotta netina dei Pizzoni.
La tradizione antica è univoca nell’affermare che il Santo, prossimo ai 60 anni, ha il volto smagrito e ieratico, come sorprendentemente è confermato dalla ricostruzione fisiognostica eseguita nel 2000 dall’Istituto di paleopatologia dell’Università di Pisa. Comunque il Santo continua ad andare ogni settimana il venerdì a Noto, percorrendo a piedi, fra andata e ritorno, circa
Le campane di Noto e Avola suonano da sole a distesa. E’ morto fra Guglielmo, l’eremita delle “celle” del Crocifisso? Disingannati, tutti corrono ai Pizzoni, dove trovano il corpo del Santo anacoreta e per primi lo venerano.
19 febbraio 1351! Il Santo, partendo, ci lascia uno splendido solco di luce che ne perpetua nei secoli la memoria. Egli vive sempre con noi nelle sue virtù, nel suo eroismo, nei suoi portenti. E’ una gara incessante tra protetti e Patrono. Basterà il suo nome e il fulgore dei suoi prodigi a mantenere la fede sempre viva negli animi. I Netini, in qualunque punto della terra vadano, lo portano con sé e ricorrono a lui in ogni bisogno.
Il miglior modo di onorarlo e propiziarne il patrocinio è di imitarne le virtù, di amare Dio e il prossimo, di esercitarsi nella pazienza e pensare che non siamo creati per la terra ma per il cielo.
E il carissimo Piero Toselli, devotissimo di San Corrado, ce ne ha dato fulgido esempio.
don Salvatore Guastella