LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

Associazione "I NETINI di ROMA"


Basilica SS. Cosma e Damiano
Roma




lL Comm Silvio Celeste è il Presidente de "I Netini di Roma". L'Associazione, eretta nel 1980, dal 1981 celebra con grande fede ed entusiamo l'annuale festa di S. Corrado il sabato seguente il 19 febbraio nella basilica dei Ss. Cosma è Damiano, in via dei Fori Imperiali, dove c'è un grande affresco di San Corrado, opera del pittore Francesco Allegrini (1640)


Le immagini della celebrazione della Festa del Patrono San Corrado Confalonieri tenuta a Roma sabato 23 febbraio 2008




1. La solenne Eucaristia - Celebranti: mons. Salvatore Guastella assistente spirituale de 'I Netini di Roma' e mons. Carmelo Giarratana parroco emerito dei Santi Protomartiri Romani; assistente l'Accolito Francesco Lauciello.





2. La Schola Cantorum 'Meine Freude' della parrocchia Ss. Aquila e Priscilla, diretta dal M° Vittorio Capuzo, all'organo la prof.ssa M. Teresa Muscianisi - esegue l'Inno di S. Corrado e i canti liturgici polifonici.




3. L'assemblea dei Netini e Amici devoti del Santo Piacentino. Al primo banco, (da sinistra) Carmelo Leto e tre consiglieri dell'Associazione: Gaetano Cappello, Franco Cataldi e Pino Conselmo.


I Netini di Roma

celebrano il patrono San Corrado

23 febbraio 2008

Basilica Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali

(omelia)

A Noto, San Corrado è annualmente celebrato il 19 febbraio, giorno del suo beato transito. Sempre attorno al 19 febbraio – e quest’anno sabato 23 – noi Netini di Roma ci ritroviamo ad onorarlo in questa prestigiosa basilica dei Ss. Cosma e Damiano, dov’è il suo più antico affresco nella cappella di S. Antonio.

Carissimi concittadini e amici, succede per la seconda volta (a distanza di tre anni) che un nostro carissimo concittadino passa da questa alla vita eterna proprio poco prima del 19 febbraio: il 3 febbraio 2005 il carissimo Totò Occhipinti e il 4 febbraio 2008 il carissimo Piero Toselli: ambedue – come tutti noi, del resto – devotissimi del nostro Santo Patrono.

Piero è sempre con noi! Egli, in cordiale collaborazione con il presidente e i consiglieri dell’Associazione, è stato instancabile tesoriere generale, animatore di ogni iniziativa sociale, sostenitore di ben tre edizione del “Premio Poesia”, gestore attento e arguto dell’interessante “Notiziario” periodico della nostra Associazione, giunto al n° 85, e aperto alle associazioni “Gli Avolesi nel mondo sez. di Roma” e “Antonello da Messina”.

Lutto che ancora una volta vela la festa patronale, ma che ci dà occasione di sentirci più uniti nella preghiera di suffragio e solidali con la sposa di Piero, i figli, i nipoti e i parenti tutti.

Il Gen. Piero Toselli, indimenticabile amico fraterno, per te invochiamo la misericordia paterna di Dio e con te vogliamo rivivere – se pur nella brevità omiletica - il dies natilis al cielo di San Corrado, in quel 19 febbraio 1351 nella grotta netina dei Pizzoni.

La tradizione antica è univoca nell’affermare che il Santo, prossimo ai 60 anni, ha il volto smagrito e ieratico, come sorprendentemente è confermato dalla ricostruzione fisiognostica eseguita nel 2000 dall’Istituto di paleopatologia dell’Università di Pisa. Comunque il Santo continua ad andare ogni settimana il venerdì a Noto, percorrendo a piedi, fra andata e ritorno, circa 9 km di disagevole viaggio. Allorché poi giunge il tempo in cui egli deve rendere l’anima a Dio, lo rivela ad un suo devoto, predicendogli una contesa tra netini e avolesi per il possesso del suo corpo, ed incaricandolo della sepoltura. Quando giunge il suo giorno, il Santo va nella sua grotta e, «postosi in ginocchio, eleva al Signore questa preghiera: ”Onnipotente Dio, ti raccomando l’anima mia e di ogni creatura; liberami, Signore, dalle mani del demonio, stendi la tua mano e dammi aiuto”. E sopra di lui è grande luce». E’ estasi? Così pensa il confessore che ha la sorte di assistere a quella scena sublime: si avvicina, compreso del più sacro rispetto; lo palpa, lo chiama con voce commossa; il cuire non batte più. E’ il 19 febbraio 1351!

Le campane di Noto e Avola suonano da sole a distesa. E’ morto fra Guglielmo, l’eremita delle “celle” del Crocifisso? Disingannati, tutti corrono ai Pizzoni, dove trovano il corpo del Santo anacoreta e per primi lo venerano.

19 febbraio 1351! Il Santo, partendo, ci lascia uno splendido solco di luce che ne perpetua nei secoli la memoria. Egli vive sempre con noi nelle sue virtù, nel suo eroismo, nei suoi portenti. E’ una gara incessante tra protetti e Patrono. Basterà il suo nome e il fulgore dei suoi prodigi a mantenere la fede sempre viva negli animi. I Netini, in qualunque punto della terra vadano, lo portano con sé e ricorrono a lui in ogni bisogno.

Il miglior modo di onorarlo e propiziarne il patrocinio è di imitarne le virtù, di amare Dio e il prossimo, di esercitarsi nella pazienza e pensare che non siamo creati per la terra ma per il cielo.

E il carissimo Piero Toselli, devotissimo di San Corrado, ce ne ha dato fulgido esempio.

don Salvatore Guastella



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