S. Corrado…folgorato e trasformato
dalla Parola come S. Paolo
dalla Parola come S. Paolo
Dall’omelia detta da Mons. Salvatore Nicolosi vescovo di Noto (1970-98)
nell’Eucaristia della solennità liturgica del Santo Patrono il 19 febbraio 1996
E’ davvero edificante per noi rileggere – in quest’Anno Paolino, bimillenario della nascita dell’Apostolo delle Genti – l’originale paragone tra lui e Corrado Confalonieri, proposto in cattedrale dal vescovo Nicolosi, nell’omelia del 19 febbraio 1996. Eccone il testo:
«Carissimi figli della città e diocesi di Noto, fissiamo attentamente nel nostro cuore l’ardita esclamazione dell’apostolo Paolo che abbiamo appena ascoltato:
«Ciò che poteva essere per me un guadagno l’ho considerato perdita a motivo di Cristo, per il quale ho lasciato perdere ogni cosa e tutto considero spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3, 7-8). Essa esprime pure la scelta radicale di S. Corrado.
Paolo, lungo la via per Damasco, viene trasformato da feroce persecutore in infaticabile apostolo e missionario di Cristo Gesù, non appena folgorato e convertito dalla presenza e dalla grazia di Cristo stesso e scopre in Lui crocifisso e risorto l’atteso Messia, il Salvatore del mondo, l’inestimabile tesoro per cui vale la pena rischiare ogni cosa.
Corrado Confalonieri nell’imprevisto incidente di caccia viene anch’egli scosso, folgorato e trasformato dalla Parola e dalla Grazia di Cristo che lo sollecitano a liberare un innocente indifeso, e docile a questa sollecitazione proveniente dall’Alto – che sconvolge ogni logica dei benpensati di questo mondo – anche lui scopre in Cristo il vero tesoro che può dare senso alla sua esistenza e appagare le più profonde aspirazioni del suo cuore.
Corrado, assieme all’apostolo Paolo, vuole anche oggi trasmettere a tutti noi il fascino e il valore di questa sua scoperta vitale, di questa conseguente sua scelta radicale di Cristo, scoperta e scelta che hanno reso santa e benefica la sua vita, fino a produrre frutti di conforto, di stimolo e di risveglio evangelico anche dopo tanti secoli in noi suoi devoti.
Corrado vuole quasi gridarci che per lui, come per Paolo, la più profonda aspirazione accompagnata da ferma decisione è stata quella di perdere tutto pur di guadagnare Cristo:
· perdere la facile scappatoia che gli avrebbe consentito di farla franca, per guadagnare Cristo nella coerenza cristiana ed evangelica della trasparenza e della lealtà;
· perdere la ricerca smodata, ingiusta ed esclusiva dei propri interessi per soccorrere con il coraggio e l’amore di Cristo un povero innocente ed indifeso;
· perdere e distribuire ai poveri i propri beni e abbandonare la propria patria, per seguire Cristo povero, casto e obbediente dietro l’esempio di Abramo, di Paolo e degli Apostoli, come ci è descritto nei tre brani biblici in questa liturgia in suo onore (cfr. Gen 12, 1-4; Fil 3,7-12; Mt 19,27-29), facendosi pellegrino di Dio lungo le strade degli uomini;
· perdere, infine, le comodità e la spensieratezza di una vita borghese, sfrenata, egoistica e gaudente per immergersi in Cristo e nell’amore di Dio attraverso il silenzio della preghiera e la contemplazione della vita eremitica.
Oggi, mettendosi accanto a ciascuno di noi, San Corrado ci indica la strada sicura da percorrere e l’alimento sostanzioso di cui nutrirci, per poter divenire costruttori di un mondo nuovo, dove c’è posto per Dio riscoperto come Padre che ci ama e per ogni uomo riscoperto come fratello; dove l’istintività sfrenata viene moderata dalla virtù, l’edonismo insaziabile superato dalla sobrietà, l’egoismo cieco messo in crisi dalla solidarietà, il disimpegno morale e civico sanato dalla trasparenza e dedizione al bene comune, la litigiosità aggressiva e la conflittualità preconcetta curate dal reciproco ascolto e rispetto e da un dialogo paziente e sincero che non nasconda secondi fini; dove la laboriosità inventiva nella ricerca di un equo profitto non disgiunto alla solidarietà sa creare posti di lavoro, così da sconfiggere le terribili piaghe dell’usura, della disoccupazione e della criminalità mafiosa; dove, in fine, le famiglie possano essere aiutate a rafforzare i loro vincoli di amore e di concordia e la loro gioiosa apertura alla vita e i giovani possano trovare orizzonti di speranza, per un mondo futuro migliore, più umano, più fraterno e più giusto.
Ecco dunque l’impegno che San Corrado ci indica e attende da noi suoi devoti: impegno che propone il nostro Sinodo a base degli altri impegni pastorali: ascoltare la Parola con maggiore frequenza, accogliere con più docilità e testimoniare con fedele coerenza di vita la Parola di Dio contenuta nella Bibbia.
E’ quanto mai attuale questo messaggio della scelta radicale di Cristo, che anche oggi il nostro Santo ci trasmette. Quindi tocca a noi cristiani, per primi – dietro l’esempio evangelico dei santi e nella convinta e radicale sequela di Cristo – saper cogliere e fare nostri gli aneliti dell’uomo d’oggi verso Dio e verso Gesù Cristo, verso l’interiorità e la trascendenza, verso un mondo più pulito e più solidale».
Mons. Nicolosi, nei suoi ventotto anni d’intenso e generoso servizio episcopale ha saputo imprimere alla Chiesa Netina un validissimo stile pastorale, donandosi con generoso disinteresse. A Lui, Vescovo Emerito di Noto – che il prossimo 20 febbraio celebrerà il suo genetliaco – auguriamo nella preghiera: Ad multos annos!
Mons. Salvatore Guastella