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CRONOLOGIA STORICA DI SAN CORRADO

parte del Legato Sancti Conradi del 1617 nel
quale è indicata la nascita fisica del santo in Calendasco
atto redatto in Curia Vescovile a Piacenza dal Cancelliere
episcopale alla presenza e con l'approvazione del vescovo
mons. Claudio Rangoni.




Dati presi dal volume di Umberto Battini
San Corrado Confalonieri il cercatore di Dio edizioni storiche Compagnia di Sigerico in Calendasco, Calendasco (Piacenza) 2006

  • 1290 Corrado dei Confalonieri, piacentino, nasce in Castrum Calendaschi (Calendasco)
  • 1315 circa - causa l'incendio
  • 1320 dopo aver pagato del danno al Visconti Signore di Piacenza si fa penitente
  • 1320 si ritira tra i frati francescani 'de penitentia' del Terzo Ordine laicale presso l'hospitale vicino a Calendasco ed al mulino 'del gorgolare'
  • 1320 - 1340 permanenza nell'hospitale calendaschese sotto la guida del beato Aristide, ottimo frate guardiano
  • partenza verso la città santa di Roma come pellegrino
  • 1342 giunge in Sicilia ed a Noto, nella valle tra le aspre montagne, si ritira a vita eremitica in una grotta di pietra grezza
  • 1351 al 19 febbraio rende l'anima a Dio, mentre in ginocchio è intento alla preghiera
  • frate Lombardo, che viveva con lui, scrive della vita del santo uomo su di un rotolo pergamenaceo e viene riposto assieme al corpo
  • a Noto per mano del Vescovo di Siracusa, ha inizio l'iter che porterà il piacentino a divenire Santo francescano per il Terzo Ordine Regolare
  • la devozione dei netini si accresce sempre più
  • 1580 ca. a Piacenza da Noto si fa sapere del concittadino santo
  • 1611 lettera dei Giurati ed Anziani di Noto scritta a Piacenza, per chiedere delle ricerche e già essi scrivono di aver già avuto notizia che il santo possedesse il Castello di Calendasco
  • 1617 in Curia il Vescovo decreta approva e firma il 'Legato sancti Conradi', ove dopo ricerche negli archivi, si viene a conoscere che san Corrado era nato fisicamente in Calendasco. Il 'Legato' è voluto dal Nobile Giovan Battista Zanardi Landi feudatario di Calendasco che fa erigere nella chiesa del borgo sul Po, una suntuosa cappella dedicata al santo con obbligo di celebrazione.
  • Piacenza vede costruire nel 1612 una cappella dedicata al piacentino, nella Cattedrale
  • Calendasco assurge il santo quale Celeste Patrono che già era venerato in Noto con grande concorso di popolo e devozione


"La Compagnia di Sigerico di Calendasco ha dato alle stampe due preziosi volumi di studi storici"


Il francescano e storico Bordoni nel 1658 pubblicò il Chronologium Tertii Ordinis S. Francisci, manoscritto in più fogli che si conserva in Parma, e al dì 19 febbraio riporta la Vita di S. Corrado Piacentino:
“ F. Corrado Piacentino della famiglia de Confalonieri naque di parenti nobili l’anno 1290, che l’instrussero ne costumi christiani, e li diedero per moglie una gentildonna Lodeggiana per nome Eufrosina filia di Nestore. Corrado per esser molto dedicato alla caccia, andò un giorno in campagna, e fece dan foco a certi boschi... Corrado tocco nel core dal Spirito Santo, rifatti i danni dati, collocata la moglie in monastero, abbandonò in tutto il lusinghero mondo, partendosi da Piacenza più povero di quel meschino che liberò dalla morte, se n’andò a Gorgolaro loco sul Piacentino remoto dalle genti, dove era un Romitorio, nel quale habitavano cinque frati del Terz’Ordine di S. Francesco, che ivi a Dio seminano, recitando i deccini officii, facendo astinenze, digiuni et altre opere pie... Riavuta donqi la benedittione del suo superiore (padre Aristide) l’anno 1316 si partì da Gorgolaro a piedi sempre senza danari, peregrino verso Roma...” e quindi giunto a Noto in Sicilia, alla fine viene indirizzato a “certe grotte in luogo detto li Pizzoni vicino ad un fiume, et lontano dalla città solo tre miglia... Non solo Leone X ma ancora Paolo III et finalmente Urbano VIII informati delli molti miracoli che fa questo Beato concessero quelli di poter celebrare la sua festa in Noto, in altre parti della Sicilia, et a Piacenza sua patria, e questo ancora, che se ne possi far l’officio da tutti gli ordini Francescani, e noi per esser del nostro ordine professo, ne facciamo l’officio doppio maggiore, con le nostre monache...”

Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
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