LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024



Nelle tre foto sopra è possibile farsi un'idea
di come nei secoli scorsi era il luogo della Grotta di S. Corrado
prima della costruzione del Santuario.
La Grotta era logicamente chiusa e vi si accedeva
da una porta ricavata nella parete rocciosa.




Si ci achana per circa dechi scaluni

Al visitatore attento questo sacro speco
ricorda il primato della preghiera e del Vangelo


L' attuale Santuario del 1751 per il pavimento realizzato a livello della Grotta ha nascosto e coperto quei dieci gradini.
Ancora alla metà del XVI secolo, cioè al tempo del beato Antonio Etiope eremita terziario, il quale "per soi devoti orationi andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni", quindi la venerabile Grotta era come le altre nei pressi, scavata nella dura roccia in luogo non agevole.

La foto sopra, mostra in modo molto semplice, come è stato eretto il Santuario che contiene la Grotta di San Corrado, che ha addossato il Romitorio. Per inglobare la Grotta, che era raggiungibile dal calpestabile originario, è stato necessario un intervento di riempimento dell'area atta alla erezione del Santuario e delle sue fondamenta. Un tempo quindi essa era raggiungibile per mezzo di una scalinata di circa dieci gradoni ricavati dalla pietra.


Precisazioni storiche di rilievo:



Antonino Alessi chierico netino, il quale aveva trascorso tre anni continui da eremita, depone un'interessante testimonianza sull'intensa vita esemplare dell'eremita negro. Tra l'altro l'Alessi ci fa sapere che Cio Antoni raggiungeva la venerata grotta di S. Corrado, "a la quali si ci achana per circa dechi scaluni".


Questo il testo originale, diciottesima testimonianza:


“Clericus Antoninus Alessi de civitate Noti testis juratus et interrogatus super infrascripta et toto facto dixit tantum scire come havi conosciuto et conosci a lo condam Cio Antoni nigro cum lo quali conversao et praticao per circa anni tre continui, videlicet in anno III, IIII et V indictionis proxime preterite in loco et ecclesia di fora undi habitava lo beato Corrado a lo quali Cio Antoni ipso testimonio vidia fari vita heremitica contemplativa etr spirituali cum multa charitate et pacientia, facendocontinuamente soi devoti orationi in lo modo infrascripto, videlicet ad circa hora meza di nocti dicto Cio Antoni andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni cum so altare undi si sole diri la Missa et illà devotamente inginocchione per spatio di circa hore dui facìa dicti soi orationi et sua culpa percotendosi con una petra a lo pecto et da poi se ne retornava a la sua grocta et pigliava un poco di reposo...”


(Processo informativo diocesano sulla vita e i miracoli del beato Antoni di Notho (Noto, 24/4 - 9/5 1550). copia del 1595, ms. presso la Biblioteca Comunale di Palermo, Cat. 30 q. c. 36).



Sac. Salvatore Guastella





foto sopra, cliccare per ingrandire




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