LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024
E' UFFICIALE

Il Santuario Mariano di Lendinara ha una Cappella dedicata a San Corrado Confalonieri

L'Araldo di San Corrado continua a dimostrarsi una fucina della ricerca storica e devozionale


foto sopra: Tela con S. Bartolomeo in Gloria
attribuita al Tintoretto e posta
nella Cappella di S. Corrado Confalonieri


E' una notizia che già tempo fa ho avuto modo e fortuna di proporre: ma è ufficiale che nel Santuario di S. Maria del Pilastrello di Lendinara (Rovigo) la prima cappella entrando a destra, sia dedicata proprio a San Corrado Confalonieri: nome e cognome!
Così riportano la Guida del Santuario e altri libri storici.

Ma, fatto ancora più bello, possiamo fare una ipotesi, per ora da verificare, ma da vagliare con attenzione! E cioè che anche la tela attribuita al Tintoretto - siamo in territorio veneto - riporti quali santi oltre al S. Bartolomeo in Gloria al centro, anche S. Benedetto alla sua sinistra e alla sua destra S. Corrado in abito francescano!

La grande pala dell'altare è però ufficialmente così descritta: S. Bartolomeo con i Santi Benedetto e il Beato Bernardo Tolomei.
Il Beato Tolomei è il fondatore degli Olivetani: è storico e certissimo che egli prese la Regola di San Benedetto e scelse l'abito bianco! E così è sempre raffigurato!

In questa tela posta nella Cappella 'dicata' di San Corrado Confalonieri il Beato Tolomei appare stranamente con un saio francescano! Non con l'abito bianco con il quale è sempre rappresentato!
Ecco perchè ipotizzo anche questa 'futuribile' scoperta circa la preziosa tela di Lendinara.

Potrebbe essere che i Santi rappresentati siano Corrado ed il Tolomei, che all'inizio della sua conversione si diede a vita penitente e da eremita proprio come il Confalonieri.
L'angelo posto sopra a S. Benedetto o forse come ipotesi, al Beato Tolomei tiene in mano la mitria segno dell'abate: in effetti è storico che il Tolomei fu abate dalla fondazione fino alla morte: fu eletto cioè ben 27 volte, e questo segno starebbe proprio a significare questo.

Certo per ora rimane che la Cappella è dedicata al nostro amato San Corrado, sarà certamente uno stimolo capire come la devozione sia giunta in questo Convento e santuario benedettino degli Olivetani.

Umberto Battini





Tratto dalla GUIDA al SANTUARIO

Santuario di N.S. del Pilastrello - Lendinara (RO)

IL PRIMO ALTARE DELLA NAVATA DESTRA

La cappella è dedicata a S. Corrado Confalonieri.

L'altare in marmo di Carrara è opera del milanese Paolo Sartorelli che lo installò nel 1802.

Al di sopra della mensa marmorea la pala d'altare raffigurante S. Bartolomeo in gloria, S. Benedetto, il Beato Bernardo Tolomei e i committenti Bartolomeo e Battista Malmignati (olio su tela centinata, cm. 257 x 147) attribuita a Domenico Robusti, il Tintoretto (Venezia 1560 - 1635) e databile alla fine del '500. Fra le nuvole S. Bartolomeo con lo sguardo rivolto verso la luce divina proveniente dall'alto e nella mano destra la propria pelle scorticata e il coltello del martirio. L'angelo di destra ha tra le mani la mitria del Beato Bernardo Tolomei, raffigurato in basso nella veste dell'Ordine con le mani incrociate al petto e lo sguardo rivolto verso S. Benedetto. Sotto a mezzo busto i due committenti Bartolomeo e Battista Malmignati.

Le statue raffiguranti probabilmente S. Carlo Borromeo e S. Francesco di Sales, laterali alla splendida tela, sono opera del milanese Antonio Spazzi, della scuola del veronese Zoppi (1804).

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Altro testo circa il Beato Tolomei padre fondatore dei monaci Olivetani



In preda a crisi religiosa, ottenne, per intercessione della Madonna, la guarigione da una malattia agli occhi, questo lo portò ad abbandonare la città e la sua vita mondana; seguendo l’ispirazione nel 1313, anno di nuove cruente lotte fra le fazioni cittadine, Bernardo Tolomei con due concittadini i nobili Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, lasciarono Siena ritirandosi ad Accona una proprietà dei Tolomei a 15 km dalla città.


Deposti gli abiti signorili, li sostituirono con più modesti, cambiati i nomi, si dedicarono ad una vita di preghiera, di penitenza e solitudine eremitica; sono ancora conservate le grotte di questo periodo, compresa una piccola cappella che il Tolomei si era fatto costruire.


Ma la loro vita ascetica, richiamò presso di loro molti uomini, nobili e plebei, desiderosi di associarsi alla loro vita. Bernardo che si riteneva responsabile di tutti, si rivolse al vescovo di Arezzo nella cui giurisdizione era il luogo prescelto, per avere l’autorizzazione canonica alla sua posizione e a quella di tutti gli altri.


Il 26 marzo 1319, il vescovo d’Arezzo Guido Tarlati, rilasciò a Bernardo Tolomei e Patrizio Patrizi, convenuti nell’episcopio, la ‘Charta fundations’ del nascente monastero di S. Maria di Monte Oliveto, sotto la Regola di s. Benedetto.


Fu scelto un abito bianco con l’intento di onorare la Vergine Maria a cui era devotissimo Bernardo e la cui devozione mariana rimarrà in eredità alla spiritualità della Congregazione...



da internet Autore:
Antonio Borrelli




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