LETTURE DEL BLOG N. 120.882 AL 24 GENNAIO 2024

San Corrado penitente, modello di conversione
· Lasciamoci riconciliare con Dio! · Se riconosciamo i nostri peccati, Egli che è fedele e giusto ci perdonerà e ci purificherà da ogni colpa
(1 Gv 1, 9).



A Noto, nei mesi di febbraio e agosto,a tutte le ore tante anime devote compiono il “viaggio votivo” a piedi scalzi da casa alla chiesa cattedrale, santuario che custodisce l’Arca argentea di San Corrado, per implorazione o per grazia ricevuta. Antica e lodevole espressione popolare penitenziale che, pastoralmente indirizzata, aiuta quei devoti ad aprirsi a Cristo e a vivere la sua grazia nei sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia.

All’inizio di questa santa quaresima, ascoltiamo quanto ha scritto il 1° biografo del Santo eremita piacentino (codice del sec. XIV): 1] «Il vescovo di Siracusa ebbe grande devozione e volle andare [alla grotta dei Pizzoni] per vedere quest’uomo che era di tanta virtù, e disse: “Padre come state”? Ed egli: “bene, per la grazia di Dio”. E il beato Corrado prese la benedizione del vescovo».

Anche noi possiamo rispondere lo stesso? Sono le virtù teologali la fonte d’ogni bene nel battezzato, perché sviluppano armoniosamente l’organismo spirituale della santità. La fede - che si alimenta con la preghiera operosa - influenza positivamente il nostro modo di riflettere e agire, di scegliere e percepire, ed orienta la nostra quotidianità.

L’altra virtù è la speranza: quando più si spera in Dio, tanto più da Lui si ottiene. Poi la carità, che ha per base l’amore di Dio bene supremo e del prossimo. 2] Quando frate Corrado portò quattro pagnotte calde, il vescovo si inginocchiò e disse: “Siete ancor più di quanto si dica di voi”. Il beato Corrado si inginocchiò dall’altra parte e rispose: “Signor vescovo, non sono quello che voi pensate; anch’io sono peccatore come gli altri”». Nella lettera autografa per il 7° centenario della nascita di S. Corrado, Giovanni Paolo II lo additava quale modello di «radicale coerenza evangelica» e di «autentica conversione del cuore al servizio di Dio e di ogni prossimo».

Urge ricuperare il legame tra sacramento della penitenza ed evangelizzazione. A noi, forse, capita di non saper esprimere i nostri peccati perché non riusciamo più a dire bene chi è Dio. Se, un tempo, un po’ di catechismo ai bambini poteva sembrare sufficiente, oggi nel cuore della secolarizzazione il richiamo alla confessione sacramentale ha bisogno di motivazioni più forti a livello di fede.
Occorre partire dall’annuncio della misericordia di Dio, dalla chiamata all’impegno e alla scelta; occorre riportare il sacramento nel cuore della riconciliazione-conversione, cioè riprendere un itinerario di fede, di catechesi: ritrovare il luogo della decisione globale. «Dio ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati ci ha fatti rivivere in Cristo» (Ef 2,4).

La mentalità contemporanea tende ad emarginare e distogliere dal cuore umano la misericordia, anzi tende a gettarlo in balia della violenza e della criminalità che seminano corruzione, rapimenti, stragi.

Noi, come san Corrado, celebriamo in Cristo la misericordia del Padre e chiediamo allo Spirito Santo la docilità del cuore. Abbiamo bisogno di tanta misericordia da parte di Dio e di tanta preghiera gli uni per gli altri.
Ci accompagnino nella vita la Provvidenza di Dio, la benedizione della Madonna e la protezione di san Corrado!

Mons. Salvatore Guastella

Santa quaresima 2009



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