Noto, 1943
Il voto a San Corrado
per l’incolumità della Città.
di Mons. Salvatore Guastella
Resterà indelebile pagina d’oro nella storia della città di Noto la grandiosa sacra funzione che si svolse in cattedrale nel pomeriggio del 28 febbraio.per l’incolumità della Città.
di Mons. Salvatore Guastella
Alla sera del 19 febbraio, festa del Santo, il vescovo annunzia in cattedrale il desiderio presentatogli da alcuni di emettere un voto al Signore perché, per l’intercessione di San Corrado, preservi la città dalle incursioni aeree. Da quel momento la relativa domanda al vescovo e al commissario prefettizio del Comune riscuote in pochi giorni la totale adesione in ogni classe di cittadini.
Così, prima che sia riposta in sicurezza nella sua custodia l’arca argentea contenente il corpo del Santo, domenica 28 il vescovo Angelo Calabretta - preceduto dal Seminario, dai parroci e dai canonici – muove dal palazzo vescovile verso la cattedrale. Dinanzi al palazzo Ducezio attendono il Commissario prefettizio e il personale del Municipio, con il gonfalone municipale e la bandiera nazionale. Quindi tutti quanti si entra nella cattedrale illuminata e gremita di popolo, mentre la schola cantorum esegue l’Ecce sacerdos e l’inno per il centenario di S. Corrado.
Fatta breve orazione all’altare del Santo, Il vescovo dà anzitutto lettura della lettera che il S. Padre gli ha inviato per la fausta occasione del sesto centenario della venuta di S. Corrado in Noto; poi spiega la portata del voto che a momenti il Commissario prefettizio avrebbe presentato al Signore in onore di S. Corrado e in nome di tutta la cittadinanza.
Eccone il testo.
«Se il Signore lascerà immune la Città dalle incursioni aeree nemiche nella presente guerra, ogni anno in perpetuo nella festa del Santo, il 19 febbraio, il Sindaco porterà ufficialmente un cero al Santo; e i singoli cittadini di Noto nella vigilia di detta festa faranno ogni anno un digiuno nella forma consueta della Chiesa e non sotto pena di peccato, e s’impegneranno, finita la guerra, a fare eseguire le auspicate e dovute decorazioni alla chiesa cattedrale che conserva il prezioso corpo di S. Corrado Confalonieri, patrono della città e diocesi di Noto».
Indi si alza a parlare il comm. Vincenzo Eduardo Gasdia, viceprefetto di Siracusa e commissario straordinario al Comune di Noto. Con felice discorso, materiato di profonda cultura sacra e di sentimenti di pietà cristiana, egli rievoca i tempi in cui nei momenti più salienti della vita cittadina e nazionale i magistrati delle città italiane nelle cattedrali trasformate in arengo presentavano al Signore per le mani del vescovo i voti dei cittadini; disse come l’adempimento di quei voti in molte città più vetuste costituisce tutt’oggi la rievocazione della più bella pagina della loro storia, e con commossa invocazione al Santo presenta il voto anticipando, quale caparra di esaudita preghiera, fin da quel momento stesso l’offerta del cero che si reca a presentare al vescovo. Subito acceso, il cero viene posto sull’altare dinanzi al Santo, ed in seguito sarà conservato, a cura del Municipio, in apposita custodia nella cappella del Santo, a ricordare il primo cero offerto dal Comune.
Si alza quindi il segretario del Comune che dà lettura della deliberazione sancita, in merito a detto voto, dal Comune e debitamente autorizzato. Quindi il notaio cav. Salvatore Samperi dà lettura del rogito, che viene subito firmato dal vescovo, dal sig. commissario e da dieci testimoni scelti da ogni classe di cittadini.
Terminata la solenne cerimonia, tra il più vivo commosso entusiasmo dell’immensa folla, l’arca argentea del Santo viene riposta nella sua custodia che fin dal delinearsi dei primi pericoli bellici è stata diligentemente praticata dietro l’altare maggiore, in posto che presenta maggiore affidamento di sicurezza.
Riconoscete al suo Santo Patrono, la Città a lui devotissima scioglie così da 65 anni, il 19 febbraio, il voto emesso nel 1943!
Mons. Salvatore Guastella