
PLACEN
E' la scritta latina che rimane sul chiostro della bella e grande chiesa dei frati minori di S. Francesco di Piacenza. Oggi la chiesa e parrocchia retta da un sacerdote.
Purtroppo della pittura a tondo con l'immagine del Santo Corrado rimane pochissimo, solo da molto vicino si riesce a scorgere parte molto tenue, mentre altri sono rimasti più leggibili all'occhio umano.
Il chiostro contiene una serie di affreschi sulla parete di epoca tardo seicentesca, come lo stesso 'tondo' che celebra il nostro Santo eremita.
Nella chiesa, come ho potuto ritrovare in un testamento inedito del 1400, si conservano anche le tombe della Casato Confalonieri (oggi purtroppo non resta traccia delle lapidi), oltre che gli stessi Nobili avessere pure tomba famigliare nel convento di S. Chiara (oggi chiuso e posto sullo Stradone Farnese).
testo e foto
Sui Confalonieri
I Confalonieri e san Corrado secondo questo antico volume.
“La famiglia Confalonieri crebbe in potenza sì in Lombardia che a Piacenza. Il capo di questo ramo Corrado, potente barone, tocco dai rimorsi che un incendio da lui appiccato avesse condotto un povero contadino fino ai piedi del patibolo, che avrebbe salito se egli non se ne confessava autore, rinunziò a tutti gli agi, ritirandosi in un romitorio, vicino alla città di Noto, in Sicilia, dove per trentasei anni visse in aspra penitenza fino al
Centosessantaquattr’anni dopo papa Leone X lo ascriveva al novero dei beati, e papa Paolo V più tardi lo canonizzava. [Nota 1]
La santità di Corrado, le caudate imprese nelle armi e nelle magistrature d’altri Confalonieri del ramo Piacentino, di quello stabilitosi a Candia e Lomellina e dello stipite rimasto a Milano e feudatario di Agliate e di alcuni vicini paesi in Brianza lungo il Lambro, avevano circondata quell’antica prosapia di sì viva luce che ricopriva le scelleraggini con cui parecchi dè suoi membri l’aveva bruttata. Uno Stefano dei Confalonieri d’Agliate con altri sicari prezzolati dalla eretica setta dei credenti aveva assassinato nel 1252, vicino a Barlassina, l’inquisitore Pietro Martire, e ferito mortalmente fra Domenico suo compagno.”
Storia di Milano di Francesco Cusani, ediz. Libreria Pirotta & c., Milano 1864, Cap. XXVI,Vol. III- IV, pagg. 143 -144
Nota 1
Breve 12 luglio 1515, e gennaio 1614. Vedi Campi, Vita di S. Corrado eremita, Piacenza 1614.