il primo portale italiano interamente dedicato al Patrono
Collegamento Devozionale Italiano

La ricerca, lo studio e l'amore al Patrono hanno portato ad una sorprendente scoperta.
Il prezioso rinvenimento per mano del Socio Onorario della Società dei Portatori dei Cilii di San Corrado di Noto, il piacentino Umberto Battini!
A giorni ve ne daremo visione pubblica!
Nelle tre foto sopra è possibile farsi un'idea
di come nei secoli scorsi era il luogo della Grotta di S. Corrado
prima della costruzione del Santuario.
La Grotta era logicamente chiusa e vi si accedeva
da una porta ricavata nella parete rocciosa.
Antonino Alessi chierico netino, il quale aveva trascorso tre anni continui da eremita, depone un'interessante testimonianza sull'intensa vita esemplare dell'eremita negro. Tra l'altro l'Alessi ci fa sapere che Cio Antoni raggiungeva la venerata grotta di S. Corrado, "a la quali si ci achana per circa dechi scaluni".
Questo il testo originale, diciottesima testimonianza:
“Clericus Antoninus Alessi de civitate Noti testis juratus et interrogatus super infrascripta et toto facto dixit tantum scire come havi conosciuto et conosci a lo condam Cio Antoni nigro cum lo quali conversao et praticao per circa anni tre continui, videlicet in anno III, IIII et V indictionis proxime preterite in loco et ecclesia di fora undi habitava lo beato Corrado a lo quali Cio Antoni ipso testimonio vidia fari vita heremitica contemplativa etr spirituali cum multa charitate et pacientia, facendocontinuamente soi devoti orationi in lo modo infrascripto, videlicet ad circa hora meza di nocti dicto Cio Antoni andava a la ecclesia di sancto Corrado che è una grocta, a la quali si ci achana per circa dechi scaluni cum so altare undi si sole diri
(Processo informativo diocesano sulla vita e i miracoli del beato Antoni di Notho (Noto, 24/4 - 9/5 1550). copia del 1595, ms. presso
L'espressiva tela della Gloria di S. Corrado venne donata da Matteo Santocono. Ecco quanto disse di lui l'allievo Giuseppe Pirrone (1898-1978) poii grande artista, in un'intervista del
La narrazione scenica della Vita di San Corrado Confalonieri – tra storia e leggenda – è immortalata nel bronzo dal basso a sinistra, e procede a serpentina da un’anta all’altra del portale sino alla sommità.
1. Corrado saluta la moglie Eufrosina e si avvia a caccia con il seguito nell’agro piacentino.
2. La selvaggina nella macchia egli cerca di snidarla col fuoco. Divampa l’incendio e Corrado corre inutilmente ai ripari.
3 Corrado si presenta al governatore di Piacenza e scagiona l’innocente accusato dell’incendio. Corrado ed Eufrosina pagano i danni; il resto dei beni lo distribuiscono ai poveri.
4 Corrado si fa terziario francescano ed Eufrosina clarissa. L’episodio prodigioso di «quannu l’acqua teni ‘nto pnaru» (‘quando l’acqua sta nel paniere’). Corrado pellegrino a Roma: rito penitenziale per acquistare l’indulgenza.
5 Corrado si imbarca a Gaeta per Gerusalemme. A Malta poi è calunniato e cacciato, e attraversa il mare per
6 A Palazzolo Acreide i pastori lo credono una spia travestita da frate e gli aizzano i cani che però non gli fanno male. Corrado a Noto è accolta da Giovanni Mineo nell’hospitium dove serve i poveri, è poi accolto dal netino S. Guglielmo alle celle della chiesa del Ss. Crocifisso.
7 Corrado guarisce il figlio ernioso di un amico sarto. L’eremita Corrado nella grotta dei Pizzoni. L’episodio dei due fiaschi di vino. L’episodio delle due pezze di cacio.
8 Corrado salva un suo devoto dal cadere in un burrone. Esorta un eremita a perseverare.. Riceve la visita del Vescovo di Siracusa. Invitato di venerdì, mangia pesce, non carne. Libera la sua grotta da un ingombrante macigno.
9 Corrado va a Siracusa dal Vescovo. Guarisce un malato. Maltrattato da giovinastri, li perdona. Sfama i notinesi durante una carestia.
10. Corrado va Noto a ricevere per l’ultima volta la s. Comunione. Muore in ginocchio nella sua grotta dei Pizzoni. Un netino e un avolese se ne contendono il corpo. Traslazione del corpo del Santo alla chiesa madre dell’antica Noto.
Per il testo Sac. Salvatore Guastella
Per le fotografie Umberto Battini
Noto - Il Portale bronzeo della Cattedrale.
La narrazione scenica della Vita di San Corrado Confalonieri – tra storia e leggenda – è immortalata nel bronzo dal basso a sinistra, e procede a serpentina da un’anta all’altra del portale sino alla sommità.
Il grandioso Portale bronzeo della Cattedrale è davvero epopea religiosa del nostro popolo e plastica bibblia dei poveri! Esso propone la lettura visiva di un messaggio di evangelizzazione e aiuta a sentire Dio vicino per vivere come i santi da amici del Signore e dei fratelli che sono nel bisogno.
Nel pannello alla base dell’anta di sinistra si legge: «Deo Optimo Maximo / In honorem S. Conradi / Netinorum Patroni / Joseph Pirrone Artifex / Dicavit».
Nel pannello alla base dell’anta di destra: «D. Salvatore Nicolosi Net. Ant. / D. Nuntio Zappulla Thes. Par. / S. Religio Hierosolymitana / Heres March. Del Castelluccio / In Mem. Posuit. A. D. MCMLXXXII»
Dati riguardanti il Portale
Progettista e scultore: Prof. Giuseppe Fortunato Pirrone (1898-1978). Altezza: m. 6,30; larghezza: m. 3,18; superficie istoriata: mq. 19,90; superficie totale: mq. 23,04; peso complessivo: c. q. 30; pannelli istoriati: n° 20; pennelli iscrizioni: n° 2; scene: episodi della Vita di San Corrado Confalonieri; personaggi scolpiti: n° 112; ditta fonditrice: Fonderia Internazionale Michelucci di Montecatini; ente finanziatore: S. M. Ordine di Malta; anno di progettazione: 1962; anno di realizzazione: 1982; costo dell’opera: £ 80 milioni.
Sac. Salvatore Guastella
Il Miracolo
del “Bastone di San Corrado”
Nella prima solenne processione con l’arca del santo, che fu fatta l’anno appresso (1516), avvenne che nel passare davanti a una casa i portatori sentirono siffattamente aggravatone il peso, che dovettero deporlo, nè valevano a rilevarlo.
Erano testimone la vecchia padrona di quella casa, e parendole di indovinare la ragione di quel fatto che teneva tutti sospesi e stupiti, uscì di casa portando un vecchio bastone, e dicendo al Vescovo che guidava la processione:
“Forse il Beato Corrado rivuole la roba sua; l’ebbe non so come l’avo mio, e l’abbiamo sempre custodito con gran cura, e con esso applicato ad infermi abbiamo ottenuto assaissime grazie. Mi giudicherà indegna di più oltre tenerlo: e lo rendo, e lo dò a voi da custodire.”
Bene si appose; chè posto il bastone sopra l’arca del corpo, cessò ogni difficoltà dello smuoverlo; e racquistato il leggier peso di prima si compiè la processione.
Pel quel fatto commossi, e atterriti quanti altri in Noto custodivano il Rosario o altri oggetti che già furono del Beato, li portarono anch’essi al Vescovo, il quale ordinò, che fossero religiosamente custoditi.
E così fu fatto, nella sontuosa Cappella che era stata costruita nella Chiesa di S. Nicola ad onore del B. Corrado.
Nota al testo
La Chiesa di San Nicola con la Cappella dedicata al Santo Corrado piacentino si intende quella posta nella Noto Antica, cioè la città che andò distrutta nel terremoto del 1693. L’odierna città di Noto sorge un poco più a Valle e nuovamente in quel tempo ricostruita in luogo più solido e sicuro.
Testo tratto integralmente alla pag. 46 dal libro edito in Noto nel 1890 dalle Off. Tip. Di Fr. ZAMMIT, quarta edizione sulla ristampa con aggiunte del Cav. Bartolomeo Veratti Cameriere d’Onore di Cappa e Spada della Santità di N. S. LEONE XIII.
“Della Vita e del Culto di S. CORRADO CONFALONIERI – Cenni storici”