LETTURE DEL BLOG N. 145.911 AL 16 SETTEMBRE 2025

20 GIUGNO 2015




VI Convegno Nazionale di Studi corradiani in onore di S. Corrado Confalonieri
Calendasco sabato 20 giugno 2015

Salone superiore del castello 
dalle ore 14.45

Considerazioni storiche sui luoghi i documenti e il culto di S. Corrado a Calendasco

In occasione del V Centenario della beatificazione avvenuta a Noto il 28 agosto 1515 si terrà a Calendasco un convegno pubblico aperto a tutti i devoti per presentare la nuovissima documentazione inedita emersa dagli archivi; il paese rivierasco vanta da ben quattro  secoli di patronato. Il patrocinio è del Comune di Calendasco e della Parrocchia di S. Maria Assunta e della Postulazione Generale del TOR francescano di Roma.
Il programma del pomeriggio di studio prevede il saluto agli intervenuti del sindaco di Calendasco e del parroco don Massimo Cassola, modera Claudio Arzani scrittore e pubblicista ad aprire  la sessione sarà Gianni Battini cultore di storia locale “Storia di Calendasco: dai celti a S. Corrado”, segue Fausto Chiesa storico e scrittore “Le grandi vie di comunicazione, gli xenodochi ed in particolare quello longobardo di Calendasco”,  Francesco Zangrandi sindaco di Calendasco “Il castello di Calendasco tra passato e futuro”, p. Giuseppe Neri Postulatore generale del TOR di S. Francesco di Roma “Penitenti francescani tra XIII e XIV sec. S. Corrado Confalonieri” , Umberto Battini studioso di S. Corrado Confalonieri “Documenti inediti a riguardo del culto secolare al Patrono di Calendasco” concluderanno il netino Angelo Adam Cannella che darà la testimonianza di una grazia ricevuta mentre il poeta piacentino Francesco Ferri reciterà alcuni distici composti in onore del santo. Sarà allestita una mostra fotografica a cura di Luigi Beltrami di Noto che ricorderà il pellegrinaggio fatto dai netini in terra piacentina lo scorso febbraio.


CARTE DI CULTO


LE CARTE INEDITE
DEI 400 ANNI
DI CULTO A CALENDASCO


San Corrado Confalonieri il Patrono di Calendasco da ormai 400 anni, era veneratissimo già nel 1600 ed ancora fino ad oggi.
Sono state ritrovate carte inedite e sconosciute che testimoniano già oltre un secolo fa del contatto devozionale tra Noto e Calendasco!

In preparazione tutto il carteggio che sarà reso pubblico in questo anno del V Centenario della Beatificazione!












LEGATO 1617

LA RICERCA STORICA 
FATTA NEL 1617

Il Legato Sancti Conradi del 9 agosto 1617

di Umberto Battini

Gli Anziani di Noto che governavano la città nel 1600 scrissero a Piacenza nel 1610 se fosse possibile fare delle ricerche storiche in archivio su San Corrado per sapere di più della sua vita ed anzi scrivono che già loro sapevano che fosse stato feudatario di Calendasco!
Scrissero tre lettere: una agli Anziani del Comune di Piacenza, una al Duca Farnese ed una al Vescovo di Piacenza.
Proprio il Vescovo di Piacenza mons. Claudio Rangoni fece compiere una ricerca che diede i suoi frutti e venne messa nero su bianco nell'occasione della scrittura del Legato di San Corrado.
Il documento notarile si conserva in due copie originali: una in Archivio di Stato a Piacenza ed una in Archivio Parrocchiale a Calendasco!
E' stato scritto dal Notaio e Cancelliere della Curia vescovile di Piacenza propria nel Palazzo del Vescovo il 9 agosto 1617. Il Notaio era Giovan Francesco De Parma.
Tra i Testimoni convenuti anche il Vescovo in persona che alla fine sottoscrive l'atto diplomatico notarile approvando e firmando.
Già nella prima pagina si dice che i Confalonieri furono per vari secoli feudatari di Calendasco paese della diocesi di Piacenza posto al di là del fiume Trebbia.
Alla pagina 12 si possono leggere tradotte dal latino, delle affermazioni inportantissime!
Cioè che San Corrado Confalonieri, che già era Patrono di Calendasco, nello stesso paese vi era nato fisicamente!
Quello che viene trascritto è la sintesi di una ricerca storica fatta a quel tempo, infatti viene messo nero su bianco tradotto dal latino che "dopo una ricerca sulla vita fisica su S. Corrado fatta fare" ut in eius vita publica tipis mandata videre est - si può con certezza dire che "San Corrado è nato fisicamente nello stesso luogo di Calendasco" in eodem loco iste Sanctus ut praefertur, vitam terrenam duxit cioè nello stesso paese di Calendasco - ut praefertur cioè come è accertato! ha avuto la sua origine terrena! 
E la parola "eodem" cioè "nello stesso luogo" viene tutta intorno puntinata per dare vigore a quanto affermato!
Nello stesso luogo "eodem" ove è Patrono (riferito a Calendasco) il Santo è anche nato, ha avuto l'origine terrena!
Un atto notarile fatto in curia vescovile di questo tipo non può in nessun modo essere messo in discussione.
Un qualsiasi storico serio mai si sognerebbe di negare quanto in una carta del genere viene scritto e affermato, proprio perchè è un documento ufficiale di Notaio e Cancelliere e fatto davanti a testimoni e allo stesso Vescovo di Piacenza che addirittura "loda, approva e firma" tutto!
E' un atto diplomatico notarile.
Si comprende quindi che fino al 1617 la dicitura che San Corrado era nato a Piacenza era solo fittizia, e proprio da Noto nel 1610 gli Anziani scrivono per chiedere più notizie certe e il Vescovo di Piacenza le fa fare e le mette nero su bianco per mano del Notaio e nello stesso palazzo vescovile! 
Se le cose fossero state diverse avrebbe evitato di scriverlo e maggiore importanza è il fatto che ad affermarlo è proprio l'Autorità religiosa cioè il Vescovo! 
A Calendasco San Corrado avevano appurato che era nato perchè avevano fatto indagini - ut in eius vita publica tipis mandata videre est!
Per dovere di serietà, di buona fede bisogna accettare senza dubbio alcuno quello che fu ricercato storicamente a quel tempo, e su espressa richiesta di Noto!
E da 400 anni ormai questo e scritto e affermato, la certezza storica che già avevamo nel piacentino era il convento dove si ritirò nel 1315 già nominato da storici antichissimi e altro dato inoppugnabile che Calendasco vanta sono ben 400 anni di Patronato, cioè è Protettore del paese e della gente di questo luogo.
La ricerca storica antica va rispettata ed accettata perchè da sempre è importante e soprattutto nel caso di San Corrado del quale a Noto della vita piacentina si conosceva quasi nulla e infatti scrivono nel 1610 per avere dati in più sul Santo e li ottengono dal Vescovo che accerta quanto detto!
La buona fede, l'apertura della mente e del cuore deve far accettare questo dato che non cambia niente dal punto di vista devozioale ma anzi arricchisce e aiuta la venerazione, e Calendasco vanta ancora una documentazione ricchissima di carte sui Confalonieri che furono feudatari per secoli del posto come testimonia anche il castello con il cassonato del soffitto ligneo del 1300 pitturato con lo stemma dei Confalonieri.
Chi fa ricerca storica seria non può in nessun modo mettere in discussione questo documento che è un atto pubblico fatto da un Notaio e Cancelliere di Curia di Piacenza e firmato dallo stesso Vescovo!
Anzi dobbiamo essere fieri che sia stato fatto questo lavoro di ricerca già nel 1617 su proposta arrivata direttamente da Noto e che per onore del vero va preso sul serio per rispetto del nostro Santo Patrono.
Piaccia o non piaccia un documento del genere non può essere criticato ne tacciato di essere falso per chiunque abbia buon senso e conoscenza del valore legale dei documenti!

Umberto Battini
studioso di San Corrado Confalonieri eremita francescano

   

RICERCA E SERIETA'

Lo studio e la ricerca corradiana piacentina

di Umberto Battini

San Corrado Confalonieri e Calendasco.
Tanta documentazione inedita sta emergendo dagli archivi.
Ma la ricerca d'archivio a chi è riservata? A qualche privilegiato?
No! La ricerca d'archivio è aperta a tutti, chiunque può andare in Archivio di Stato a Piacenza e Parma o Milano e fare una ricerca storica. E' quello che da ormai quasi 20 anni sto facendo io!
Sacrificando il tempo libero per dedicarmi alla polvere di queste carte preziose, facendole passare una ad una, a volte con successo a volte invece senza risultati.
Ma a furia di ricercare le carte sono saltate fuori!
Basta andare tra le carte antiche e impolverarsi le mani, sfogliare carte raccolte in faldoni. Basta avere la voglia di guardare tra libri, fogli, e cartelle e leggere le carte e sperare di ritrovarci qualcosa di importante o utile allo studio.
Intanto bisogna ribadire che Calendasco vanta 400 anni di Patronato di San Corrado! Cioè è Patrono e Protettore di questo comune e di questa gente piacentina calendaschese da quattro secoli!
La Tradizione storica indica in Calendasco il convento del gorgolare ove erano i frati penitenti terziari che accolgono San Corrado dopo l'incendio!
Lo hanno scritto fior fiore di storici antichi. E sempre a Calendasco nel 1290 il Santo Terziario francescano è nato nella camera superiore che dà sulla caminata magna del castello dei Confalonieri del paese.
Ma dove è scritto?
E' scritto in carte d'archivio nel Fondo Notarile dell'Archivio di Stato di Piacenza e in quello della Parrocchia di Calendasco, precisamente nel documento detto Legato Sancti Conradi del 9 agosto 1617.
Scritto dal notaio e cancelliere della Curia vescovile di Piacenza dentro al Palazzo del vescovo di Piacenza!
L'atto è degno di fede perchè scritto da notaio di Curia davanti a testimoni e sottoscritto e firmato dal Vescovo di Piacenza in persona!
Vi si legge che i Confalonieri erano da secoli feudatari di Calendasco e che proprio a Calendasco San Corrado ha avuto la sua origine terrena e che è Patrono!
Anche il castello lo testimonia nella sua struttura: il cassonato ligneo del 1300 del soffitto è tutto tappezzato dallo stemma dei Confalonieri.
Tante altre carte importantissime ho ritrovate recentemente e verranno rese pubbliche al più presto perchè tutti i devoti sinceri possano sapere della storia e del culto in terra piacentina di San Corrado Confalonieri.
Genericamente a Noto si è sempre detto S. Corrado essere di Piacenza, ma va da sè che è una informazione fittizia, fatta perchè non c'erano notizie certe e ovviamente a Noto, a quei tempi antichi presero a riferimento la città capoluogo dell'Emilia ove il Santo era originario.
Non avendo notizie a quel tempo, così come è certo, ma sapendo i netini che era piacentino venne semplice dirlo nativo della città! In effetti a Noto come avrebbero potuto immaginare che era feudatario di un luogo vicino a Piacenza, era più semplice parlare della città.
Lo studio che ho potuto fare mi testimonia la feudalità dei Confalonieri a Calendasco per almeno 200 anni e lo possiamo leggere in carte di notaio antiche e anche vedere nella struttura guelfa del castello del paese e negli affreschi dello stemma della Casata Confalonieri che sono pitturati.
Quando i Netini scrissero a Piacenza nel 1610 di fare ricerca storica sul Santo perchè a Noto di lui della sua vita piacentina non si sapeva niente, scrissere nero su bianco già che sapevano da alcuni storici che era feudatario di Calendasco!
La ricerca iniziò e la concluse il Vescovo di Piacenza omologando il Legato di San Corrado del 1617 voluto dal Landi e dove il notaio fece in duplice copia il prezioso e importante documento, una carta in più pagine scritta da un notaio e firmata anche dal Vescovo di Piacenza ha un valore di legalità e verità che non sono criticabili!
Un qualsiasi storico serio non metterà mai in discussione un documento di notaio del genere!
Solo la mancanza di buona fede o di ignoranza delle regole di come era fatto un documento di notaio con valore legale, può portare a dire che quello che è scritto nel Legato non corrisponde al vero!
Ma fino a prova contraria e per il buon senso un atto notarile è inoppugnabile, così come anche al giorno d'oggi.
Viva San Corrado nato a Calendasco nel 1290 nel castello e nato a vita spirituale nel romitorio del paese dei francescani nell'anno 1315!

Umberto Battini
agiografo e studioso di San Corrado Confalonieri



VOLUME DI NOTO

UN VOLUME STUPENDO

di Umberto Battini

Questo pregevolissimo lavoro a stampa, ricchissimo di immagini, è veramente una chicca da avere nella propria libreria, anche per il modesto prezzo non ostante sia un libro importante e cioè € 15.
Come devoti di San Corrado questo volume assume un valore particolare: oltre a trattare tanto e in modo documentato del Patrono ci dettaglia la storia della Cattedrale/Basilica di Noto che è il luogo privilegiato della devozione netina e non solo.
Infatti qui si conserva in una degnissima cappella, la grandiosa Arca d'argento del XVI secolo con le spoglie del Grande Eremita piacentino.
Leggere questo volume rappresenta un "tassello" che ci porta a guardare con occhi ancor più devoti questa cattedrale che tanto ha a che fare con S. Corrado.
Insomma questo libro è un pò come un "santino" del Patrono, averlo è un qualcosa in più che ci accomuna e ci rende orgogliosi. Grazie prof. Biagio Iacono e grazie fedeli netini! Un'altra perla di cultura storica e religiosa!

SAN CORRADO 19

   il programma del 19 e del 22 febbraio 2015
   CALENDASCO
   
  IL PROGRAMMA DI SABATO 21 FEBBRAIO
  CALENDASCO (PIACENZA)


















 ricordate il sito del Santo www.araldosancorrado.org



ARTICOLO DEL 2009



Articolo apparso a tutta pagina
sul quotidiano di Piacenza LIBERTA’ nel 2009
con immagini, per ricordare!

PELLEGRINAGGIO A SAN CORRADO
Da Calendasco a Noto nel segno della devozione

di Umberto Battini

Il mio pellegrinaggio era iniziato con la decisione di caricarmi spiritualmente trovando ospitio a Siracusa presso gli amatissimi frati del Terzo Ordine Regolare,  che vestono l’abito religioso francescano del Santo. Alloggio con orgoglio nel  convento “S. Corrado Confalonieri” che ha vicina anche l’ampia chiesa parrocchiale dedicata al Patrono oltre ai locali di canonica ed oratorio. Mi accoglie padre Antonio Panzica: l’anno prima era stato a Calendasco egli stesso pellegrino a san Corrado. Incontro p. Edwin il Priore, un giovane filippino da anni in Italia, un buon frate con uno spiccato senso dell’ironia: ed io non sarò da meno in questo nel divertirci assieme a fare risibili rimbrotti alla cuoca del convento, una signora non troppo avanti negli anni, con un sorriso immenso e affabile che le genti di Sicilia possiedono naturale. Tre giorni nei quali sono tratto a turno dagli amati frati alla visita alla città
Sabato mattina p. Antonio mi accompagna alla littorina che mi porterà a Noto, un ultimo abbraccio, una foto assieme e lo accomiato in ginocchio chiedendo la sua benedizione.
A Noto, nel caldo tardo pomeriggio mi incammino verso il centro città. Prima tappa la Cattedrale , ricostruita e riaperta due anni fa, dopo il crollo del 1996. Dopo di ringraziamento al Santissimo, chiedo della Cappella di s. Corrado: è qui che il pomeriggio seguente, domenica 9 agosto, avverrà la cerimonia della Discesa dell’Arca e a fine mese l’imponente processione.
Fuori dalla Cattedrale, lungo le due vie che la costeggiano sono la sede dei Portatori di San Corrado e quella dei Portatori dei Cilii. Il cilio è un possente porta cero, lavorato e decorato, che accompagna l’Arca durante le processioni. La dimensione della devozione qui a Noto verso il santo è molto sentita: basti pensare che i Portatori della vara con l’Arca che contiene il corpo del santo sono circa 200 ed altrettanti i Portatori dei Cilii e lungo le vie della città si contano a decine le piccole edicole votive con l’effige o una statua del Patrono. Mi accompagnano subito a visitare il Museo della Cattedrale e di San Corrado posto lì accanto. Grazie al Collegamento Devozionale Italiano, fondato due anni fa  col sito internet dedicato al Santo, cui collaborano soci delle due dette Società di fedeli ed altri devoti inviando testi e fotografie, ho scoperto che la pluri-secolare devozione calendaschese è ormai ben conosciuta a Noto.
La domenica pomeriggio, come l’amico Salvatore mi aveva raccomandato, mi porto alla sede dei Portatori dei Cilii, in vista della Discesa con la s. Messa officiata dal vescovo. Vengo presentato ai soci dirigenti e nella sala ritrovo gli altri Portatori seduti: qui la prima sorpresa emotiva, con una cerimonia il Presidente Salvatore Cutrali, il Vice e dirigenti mi onorano di essere Socio onorario con consegna della loro divisa estiva e della tessera, relativi applausi e  foto di rito, in cui io tutto agghindato con un cilio prestatomi da un giovanissimo portatore e con un sorriso che tocca il cielo.
Salvatore Cutrali, il “mio” Presidente, decide che parteciperò alla cerimonia in prima fila, appena dietro al loro gonfalone, portato con un orgoglio indescrivibile dai due Portatori più anziani, che prima mi avevano accolto come un figlio.
In Cattedrale entrano in processione prima i Portatori di San Corrado, nella loro divisa bianca, preceduti dal gonfalone e subito dopo noi. Il Tempio è gremito di popolo: subito si va a rendere omaggio al Ss.mo Sacramento e poi alla Cappella del Patrono. Intanto nella calca di popolo si alza il saluto gridato dai devoti “E con tuttu lu cori ciamamulo” e tutti – bambini compresi – urlano a squarciagola “Evviva San Currao!” per due volte seguenti, in un seguirsi quasi senza sosta. Segue la s. messa, al termine della quale, quando tra i Portatori di entrambe le Società si scopre essere presente un devoto piacentino e addirittura di Calendasco, tutti mi reclamano per una foto dinnanzi all’Urna e così i anche semplici fedeli della città, ormai sono emozionatissimo.
Ritrovarmi in mezzo a tutti quei fedeli devoti, di tutte le età e generazioni è per me inebriante. Tra l’altro anche in questa occasione ho la gioia di conoscere di persona un altro dei miei “contatti” telefonici, cioè il Portatore del Santo Marco Lucci ed il suo Presidente e già caro amico Michele Faraone.
E’ tutto molto bello, a un certo punto il Presidente Cutrali si presenta con una giornalista di una televisione siciliana e vengo assieme a lui intervistato in diretta: qui mi viene chiesto del Santo nel piacentino e con mia sorpresa anche di Calendasco, che conoscono bene quale luogo delle vicende corradiane. Infine chiedo a Salvatore di riportarmi al mio alloggio ove ho obbligo di esservi prima delle 22. La notte mi passa quasi interamente insonne: due soli giorni e già così carichi di una  intensità emotiva spirituale che andava ben oltre le mie aspettative. Con l’esperienza della veglia alla Grotta Santa si conclude solo fisicamente ma non emotivamente, questo mio abbraccio a San Corrado.
La fatica del viaggio è valsa la pena: quasi millequattrocento chilometri in un vagone-caldaia, sotto al cocente sole agostano, scorrendo letteralmente tutta la penisola. Ma la meta era troppo agognata, troppa la nostalgia di quel luogo e in più avevo il mandato di tutti gli amici devoti che avevo lasciato a casa. Bruno, che nella devozione mi è di encomiabile esempio, al mio tentennamento per l’impresa solitaria mi aveva detto categorico: “Devi andare! San Corrado vuole così. Noi ci saremo per mezzo tuo”. Qualche telefonata e tutto è a posto. Mons. Salvatore Guastella, insigne storico e studioso della Diocesi, mi vuole suo ospite ed a Noto alloggerò presso le monache Benedettine del SS. Sacramento, nel convento di clausura presso la foresteria, al fianco della nuova Casa del Clero.
A Noto ad attendermi, con una grande mercedes nera, il mio amico Salvatore Bertoli, segretario dei Fedeli Portatori dei Cilii; ci conoscevamo solo “via telefono” da quasi quindici anni, finalmente ci incontriamo! Lo abbraccio più volte, non mi sembra vero, Salvatore è un attimo stranito da tutto questo mio affetto. Valigia e zaino in auto e via: prima destinazione il Santuario Fuori le mura sette chilometri lo separano dalla città di Noto, così ha deciso Salvatore, dopo mi accompagnerà al mio alloggio.
Quando arriviamo mi sento frastornato: entro in questo lungo stretto viale ornato da decine di  oleandri in fiore, in fondo ancora un cancello e al di là, davanti a un piccolo spiazzo il Santuario amato, addossato alla nuda roccia!
E’ quasi il mezzogiorno, è terminato un matrimonio. Entriamo e Salvatore mi porta subito dentro alla Grotta Venerata alla destra interna del Tempio. Letteralmente mi getto in ginocchio: turbinano parole, emozioni di pelle, di mente e di cuore! Penso all’amato s. Corrado, lì dentro, assiso a contemplare Dio, a lui che ha lasciato la terra piacentina, Calendasco così fortemente luogo della sua anima umana, la sua famiglia: piango come un bambino, sono felicissimo.
In sacrestia incontro la suora filippina che si occupa del Santuario con il frate conventuale responsabile del luogo, a lui dico del mio pellegrinaggio, che vengo dalla terra piacentina di Calendasco e che era mio desiderio poter passare una notte in veglia nella Grotta del santo.
Non ci sono impedimenti, in uno dei prossimi giorni a mia scelta potrò adempiere a questo mio richiamo dello spirito.
A Noto, nel convento di clausura delle Benedettine  ove avrò dimora stabile, suor Concetta mi assegna una stanza grande e luminosa, addirittura con un balconcino che dà la vista alla valle netina e si affaccia al grande cortile del convento, di pietra gialla, che a sua volta confina con quello delle Carmelitane, capisco che questa stanza è per gli ospiti di riguardo.
L’emozione più forte la vivo a San Corrado di Fuori, ove di buon mattino, mi dirigo a piedi pellegrino: con me solo due pezzi di pane ed un poco d’acqua. Arrivo e trovo la suora al cancello per l’apertura, mi ripresento, le dico del mio intento di restare tutto il giorno e la notte presso l’amato Santuario che racchiude la Grotta venerata. Facciamo subito amicizia, la giovane suora filippina ha subito intuito della mia sincera devozione e mi accorda la sua fiducia lasciandomi campo libero.
Mi assegna una cella nel piano inferiore dell’Eremo del 1751, accetto volentieri e vi pongo le mie poche cose, anche se nel mio intimo ho già deciso che passerò ogni ora della mia presenza lì nel Santuario in adorazione al Santissimo e in ginocchio nella Grotta del Patrono.
Passano le ore, ed intanto vengo “rinchiuso” per la prima volta all’interno del Tempio nella pausa del mezzogiorno e fino alla riapertura pomeridiana. In ginocchio, oppure seduto sulla pietra accanto al luogo che indica sul pavimento della Grotta i segni delle ginocchia del Santo, prego e medito, il tempo sembra essersi fermato, la sensazione che prevale è di sentirmi a casa, di sentirmi in un luogo non solo benedetto ma rigenerante.
Durante la giornata arrivano devoti e pellegrini in visita al luogo Sacro, alcuni giovani addirittura giungono camminando a piedi scalzi, per impetrare grazie e come segno di devozione e lode al Patrono.
Approfitto anche per visitare l’annesso Museo che raccoglie centinaia dei più svariati ex-voto per grazia ricevuta: tantissime sono ad esempio le protesi di arti, mani e gambe ma anche vestiti da sposa e tanti altri oggetti.
Poco dopo le ore 18,30 la suora chiude il Santuario, con forza spranga catenacci e serrature, mi chiede se necessito di qualcosa e poi vedendomi sicuro e sereno se ne torna al suo convento, posto a qualche centinaio di metri più sopra alla valle.
Per mia espressa volontà chiedo che sia lasciata accesa solo la luce che illumina ove sono scavate le orme delle ginocchia di San Corrado, tutte le altre saranno spente. Nonostante filtri ancora dalla finestra ad occhio di pavone della chiesa una tenue luce, mi assale una grande angoscia e paura: mai avevo provato l’esperienza di esser rinchiuso in veglia in un luogo sacro e per di più a me così caro, già di per se gravato di emozioni forti dei giorni appena passati.
Mi faccio coraggio cominciando a cantare l’Inno al Santo, a voce forte e poi altri canti religiosi, mi metto a leggere salmi e preghiere, intanto la mia mente rifletteva: se in quella Grotta il Santo aveva vissuto tanti anni in tutta tranquillità, tanto più ora io non avevo niente da temere essendo addirittura “sprangato” dentro.
Piano piano, mentre dentro al Santuario si fa sempre più buio e la Grotta , con quella sua sola luce accesa, diventa sempre più a me familiare e mistica, rivolgendo di tanto in tanto lo sguardo alla tenue fiammella rossa che veniva dal Sacramento posto nel tabernacolo dell’altare maggiore, una perfetta calma mi avvolge. Inizio a parlare con il Santo ad alta voce: gli chiedo della sua venuta a Noto, della sua vita e di come potè far una simile conversione, abbandonando la terra piacentina, il borgo di Calendasco, parenti e famiglia. Gli chiedo di essere Patrono a me ed a tutti coloro che lo venerano riservandoci protezione e grazie. Mi accorgo che c’è un silenzio grande! Man mano che la notte avanzava mi sentivo sempre più “a casa” e tranquillo; la luce a notte fonda ormai irradiava appena nell’intera grotta ed intorno solo buoi fitto: la grotta con la sua pietra gialla era diventata come un magnifico scrigno denso di una luce ovattata che quasi si poteva toccare, densa.
Durante la veglia della notte, ad un certo punto ho avuto la chiara consapevolezza che lo stile di vita dell’amato san Corrado, era possibile da attuare, che quella vicinanza a Dio non gli era costata troppo sacrificio, ma solo il frutto di una fede immensa, cresciuta e matura.
Penso ai miracoli avvenuti lì dentro: appariva pane caldo, portato dagli angeli! Il vescovo di Siracusa in persona fu testimone del fatto e ne resta testimonianza. Davvero il luogo è Sacro.
Sul fare dell’alba comincio a cedere a un dormiveglia leggero che, ormai alla prima luce vinco e rinvigorito intensifico la mia preghiera conscio che da lì a poche ore sarei dovuto partire da quel luogo desiderato.
Poco prima delle ore 8 sento le serrature aprirsi, è una suora filippina, che a turno si occupa del luogo, ci salutiamo e mi costringe a prendere un caffè nonostante il mio rifiuto. Difatti dopo aver spazzato alcune foglie davanti alla chiesa, la vedo riapparire e mi indica nel lungo corridoio superiore dell’eremo ove sono altre celle, un tavolino preparato con tutta cura con la mia colazione, che consumo per rispetto alla grande delicatezza riservatemi.
Durante queste mie 25 ore ininterrotte di venerazione mi accorgo di aver consumato solo un pezzo di pane e bevuta però buona parte di acqua. Altri impegni mi attendono dagli amici netini, devo ritornare; un ultimo sguardo: con un po’ di magone senza più voltarmi mi incammino.
Qualche ora dopo, a pranzo con i cari sacerdoti mons. Guastella, mons. Guccione Vicario generale, con mons. Bellomia prevosto della Cattedrale e altri mi ritrovo a raccontare della mia veglia: su un punto si è concordi, inconsapevolmente scopro essere il primo piacentino, nei secoli, e per giunta nativo proprio di Calendasco, ad aver  reso un simile omaggio di devozione al Santo Corrado.
E questo forte e amorevole atto verso l’illustre piacentino così tanto amato nella lontana e accogliente Sicilia, l’ho intenzionalmente offerto anche a nome di tutti i devoti della terra piacentina.
Umberto Battini

LIBRO 2014 NOTO


Nuovo volume storico-artistico sulla Cattedrale di NOTO
a breve disponibile

Noto, la Cattedrale dalle Origini ad Oggi
IV Edizione – Sicula Editrice-Netum, Noto, 2014
di BIAGIO IACONO

Un capitolo del libro dedicato a San Corrado a firma di Umberto Battini piacentino storico locale e agiografo del Patrono è leggibile al sito sotto indicato 

LEGGETE IL TESTO AL LINK
qui SEGNALATO CLICCA QUI



31 agosto FESTA 2014

SEMPRE CORRADIANI



ricordate il sito web www.araldosancorrado.org

RESTAURO ARCA le prime foto


Sul sito www.araldosancorrado.org 
sono visibili le prime bellissime immagini del lavoro di restauro della stupenda Arca del Patrono a Noto.



BUON NATALE


SANTE FESTE



ARCA del SANTO




alcune immagini del 2010 scattate in occasione della Translatio alla grotta dell'Arca con il Corpo Santo di Corrado Confalonieri, Noto.




Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
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  • San Corrado Confalonieri è stato un penitente, terziario francescano, vissuto da eremita in Noto, nella Valle dei Tre Pizzoni dentro ad una grotta