LIBRO U N I C O
Nell'attesa del NUOVO VOLUME di STUDI CORRADIANI
questo volume rimane un RIFERIMENTO UNICO
con l'altro libro S. Corrado Confalonieri il Cercatore di Dio
questo volume rimane un RIFERIMENTO UNICO
con l'altro libro S. Corrado Confalonieri il Cercatore di Dio
CALENDASCO
PATRONALE
DI SAN CORRADO
CONFALONIERI
E' stato festeggiato il Patrono di Calendasco, San Corrado, nella giornata di martedì 19 febbraio 2019, con una solenne cerimonia.
Ed ancora è stata grande festa in chiesa anche domenica 24 febbraio, con tanti calendaschesi presenti e anche un gruppo di siciliani e netini residenti al nord. Alcuni dopo il brindisi fatto a fine cerimonia nel cortile della casa canonica di fianco alla chiesa, sono tornati verso le loro destinazioni mentre altri si sono ritrovati per un momento di conviviale festa ed un buon pranzo con tanto di musicista siciliano che ha allietato il momento.
Tra di loro il Presidente degli Italiani nel Mondo dott. Pietro Paolo Poidimani, il Presidente dei Netini nel Mondo dott. Giuseppe Conac, il Presidente della Associazione Sicilia Tirrenica - Isole Eolie ing. Tino De Luca, e poi p. Pino Neri del TOR Francescano ed Umberto Battini studioso di S. Corrado e storico locale, oltre ad altri graditi ospiti.
Presente alla cerimonia in chiesa anche il Sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi che ha offerto il cero a nome di tutta la comunità e presenti autorità militari.
Ha celebrato il parroco don Fabio Battiato, concelebrante p. Pino Neri ed un diacono, e sono stati anche benedetti i Panini di S. Corrado che ricordano il miracolo che il Patrono commpiva nella grotta di Noto! A fine messa è stato intonato l'Inno di San Corrado ufficiale, quello che viene cantato anche a Noto e che nel paese viene intonato dal 1955 quando fu "importato a Calendasco" dal parroco del tempo don Federico Peratici.
Da 402 anni il Santo Eremita è Patrono del paese a due passi dal fiume Po e ancora sono lì i monumenti simbolo della sua vita, cioè il castello dei Confalonieri ove nacque nel 1290 e anche il piccolo convento-ospedale che lo accolse dopo il danno dell'incendio nel 1315!
La chiesa è arricchita di memorie al Patrono, due grandi tele antichissime, l'affresco absidale e la Reliquia Insigne che viene venerata e onorata dai fedeli.
DI SAN CORRADO
CONFALONIERI
E' stato festeggiato il Patrono di Calendasco, San Corrado, nella giornata di martedì 19 febbraio 2019, con una solenne cerimonia.
Ed ancora è stata grande festa in chiesa anche domenica 24 febbraio, con tanti calendaschesi presenti e anche un gruppo di siciliani e netini residenti al nord. Alcuni dopo il brindisi fatto a fine cerimonia nel cortile della casa canonica di fianco alla chiesa, sono tornati verso le loro destinazioni mentre altri si sono ritrovati per un momento di conviviale festa ed un buon pranzo con tanto di musicista siciliano che ha allietato il momento.
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la RELIQUIA di Calendasco foto UB |
Tra di loro il Presidente degli Italiani nel Mondo dott. Pietro Paolo Poidimani, il Presidente dei Netini nel Mondo dott. Giuseppe Conac, il Presidente della Associazione Sicilia Tirrenica - Isole Eolie ing. Tino De Luca, e poi p. Pino Neri del TOR Francescano ed Umberto Battini studioso di S. Corrado e storico locale, oltre ad altri graditi ospiti.
Presente alla cerimonia in chiesa anche il Sindaco di Calendasco Francesco Zangrandi che ha offerto il cero a nome di tutta la comunità e presenti autorità militari.
Ha celebrato il parroco don Fabio Battiato, concelebrante p. Pino Neri ed un diacono, e sono stati anche benedetti i Panini di S. Corrado che ricordano il miracolo che il Patrono commpiva nella grotta di Noto! A fine messa è stato intonato l'Inno di San Corrado ufficiale, quello che viene cantato anche a Noto e che nel paese viene intonato dal 1955 quando fu "importato a Calendasco" dal parroco del tempo don Federico Peratici.
Da 402 anni il Santo Eremita è Patrono del paese a due passi dal fiume Po e ancora sono lì i monumenti simbolo della sua vita, cioè il castello dei Confalonieri ove nacque nel 1290 e anche il piccolo convento-ospedale che lo accolse dopo il danno dell'incendio nel 1315!
La chiesa è arricchita di memorie al Patrono, due grandi tele antichissime, l'affresco absidale e la Reliquia Insigne che viene venerata e onorata dai fedeli.
ROMA - SAN CORRADO 2019
I NETINI DI ROMA
HANNO SOLENNIZZATO SAN CORRADO
nella Chiesa di Santa Maria Odigitria
Nella Cappella/Altare di San Corrado si conserva la magnifica tela donata dai NETINI nel 2015 e quest'anno arricchita da DUE bellissimi CILII in formato ridotto ai lati del quadro.
segnaliamo l'articolo di NOTONWES
clicca qui per leggere l'articolo
HANNO SOLENNIZZATO SAN CORRADO
nella Chiesa di Santa Maria Odigitria
Nella Cappella/Altare di San Corrado si conserva la magnifica tela donata dai NETINI nel 2015 e quest'anno arricchita da DUE bellissimi CILII in formato ridotto ai lati del quadro.
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NOTO - LUCI
DAL WEB TUTTO SU NOTO
segnaliamo questa ottima notizia
La
Società Fedeli e Portatori di San Corrado desidera ringraziare il
sindaco di Noto, dott. Corrado Bonfanti, la giunta e tutta
l'amministrazione comunale, per la realizzazione dell'illuminazione
artistica del piazzale Adorno, sul quale si erge la statua bronzea del
nostro Santo Patrono.
Un progetto espressamente voluto dalla nostra associazione come ulteriore segno di una profonda devozione a San Corrado.
Il Presidente Francesco Berrini
Un progetto espressamente voluto dalla nostra associazione come ulteriore segno di una profonda devozione a San Corrado.
Il Presidente Francesco Berrini
NOTO MESSA 2019
N O T O
DIRETTA WEB SU YOUTUBE
DELLA MESSA DI SAN CORRADO
disponibile su internet MARTEDI' 19 FEBBRAIO 2019
DALLE ORE 10.30
PONTIFICALE DEL CARD. BASSETTI
CLICCA QUI PER ACCEDERE AL CANALE YOU TUBE
DIRETTA WEB SU YOUTUBE
DELLA MESSA DI SAN CORRADO
disponibile su internet MARTEDI' 19 FEBBRAIO 2019
DALLE ORE 10.30
PONTIFICALE DEL CARD. BASSETTI
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NOTO 2019 TUTTOIN10MINUTI
LA VIDEO INTERVISTA
DELLA RUBRICA DI NOTO
TUTTO IN 10 MINUTI
DEDICATA A SAN CORRADO
messa in rete venerdì 15 febbraio 2019
DELLA RUBRICA DI NOTO
TUTTO IN 10 MINUTI
DEDICATA A SAN CORRADO
messa in rete venerdì 15 febbraio 2019
ARTICOLO 2019
PUOI LEGGERE L'ARTICOLO ANCHE AL SITO DE ILPIACENZA
CLICCA QUI
SEMPRE VIVA DAL MEDIOEVO AD OGGI
LA MEMORIA DI SAN CORRADO CONFALONIERI
di Umberto Battini
Un uomo medievale il milite Corrado Confalonieri, in una Piacenza che stava vivendo risvolti socio politici molto duri in quell’inizio di 1300, in una città governata per
un breve periodo dalla Chiesa stessa ma poi piombata sotto la tirannia del ghibellino Bernabò Visconti di Milano.
La casata dei Confalonieri era profondamente legata al Vescovo e da lui aveva ricevuto privilegi di feudalità sul alcune aree del suburbio ed il ramo di Corrado governava sul
territorio prossimo al fiume Po nell’area di Calendasco, dal suo castello circondato da un profondo fossato.
E proprio in questi anni del dominio contrario a quello papale e guelfo cui apparteneva, Corrado avrà la sfortunata vicenda dell’incendio della caccia. In quel 1315 quel
giovane milite ha la malsana idea di far incendiare frasche ed erbacce in prossimità di un bosco per poter stanare selvaggina e dedicarsi alla caccia a cavallo scorrazzando tra i verdi prati.
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LA STATUA DI CALENDASCO |
Ma il fuoco, poi aiutato dal vento, tende a propagarsi sui boschi circonvicini e nelle messi e giunge perfino a devastare piccole cascine di poveri contadini; per il Visconti, duce
severo e sempre sotto attacco dalle fazioni lui contrarie, quello pare un attentato al suo dominio ed invia sgherri in quel luogo a poche miglia dalla città. Viene catturato un contadino - certamente innocente ma un
capro espiatorio andava portato al cospetto del severo signore della città - e certamente dopo torture ed altre afflizioni, secondo l’uso del tempo è condotto sulla pubblica piazza per l’impiccagione
e a monito di futuri ribelli!
Intanto Corrado in questi giorni viene smosso nella coscienza, un gesto che anche ai nostri occhi può apparire eroico nella nostra società che tende a mistificare, e quasi
all’ultimo si presenta al cospetto di Bernabò e clamorosamente ammette la colpa del nefasto incendio. E da quel preciso istante la sua casata rimane macchiata agli occhi delle fazioni nemiche: per un nobile il
dolo di incendio a Piacenza non è punito con la morte ma con un cospicuo risarcimento, cui Corrado non può sottrarsi per nessuna ragione. Viene anche dannato nella memoria dalla sua stessa famiglia che ripaga
il danno ma che lo lascia solo ed in povertà con la moglie Joannina, e mentre i Confalonieri continueranno fino al 1586 ad abitare nel castello di Calendasco, per lui rimane la scelta estrema di un uomo che deve ricostruirsi
nei valori e nei progetti della vita.
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IL CASTELLO dei Confaloniei, qui nacque nel 1290 il Santo |
E’ così che la moglie si fa monaca tra le clarisse in Piacenza, nel conventino che a quel tempo era ove ancor oggi sorge quel che fu il Pio Ritiro di Santa Chiara all’inizio
dello Stradone Farnese mentre Corrado può ritirarsi a vita penitente con i terziari laici nell’ospedaletto che sorgeva poco discosto dal borgo di Calendasco e di fondazione longobarda come la stessa chiesa come
appare dal Codice Diplomatico Longobardo.
Viene accolto da frate Aristide, un uomo forte che condivideva l’ideale francescano in questa forma di vita molto in voga anche a Piacenza in quel primo trecento, ed infatti proprio
in città nel 1280 si era svolto un Capitolo Generale di terziari francescani che vivevano sotto la regola del Memoriale Propositi fatto redigere proprio da S. Francesco giunti da tutta l’Italia.
Piacenza resterà in mano al Visconti dal 1313 al 1322 per nove anni quando la città entrerà neldominio temporale della Chiesa con il legato pontificio Bertrando
del Poggetto ma dal 1335 il potere torna nelle mani dei Visconti. Possiamo ipotizzare che Corrado, dopo alcuni anni di permanenza nel romitorio del suo paese natale, vestito ormai pienamente l’abito grigio da terziario,
sia partito alla volta di Assisi e poi Roma, per spingersi fino ai luoghi Santi di Gerusalemme. Lo si deduce anche dal fatto che dal 1325 circa non si hanno notizie utili a riempire quegli anni che ce lo faranno poi ritrovare
dal 1343 vivere da eremita nella città di Noto in Sicilia e dove poi addirittura andrà in solitudine nella valle dei Tre Pizzoni in una nuda grotta a poche miglia dalla città.
Un fatto che appare evidente, che deduciamo leggendo la Vita di San Corrado più antica che si conserva a Noto e datata circa alla fine del XIV secolo, è che l’Incendiario
da subito “incendia” di spirito cristiano e umano le genti di quella terra, che lo accolgono a braccia aperte, mostrando una invidiabile apertura verso un uomo che giungeva da chissà dove per vivere tra
loro.
Ed un altro dato è che l’Eremita piacentino arriva là già con la santità addosso: una grande semplicità ed umilta traspare dal racconto antico
della vita e da subito ripaga l’accoglienza con alcuni miracoli, tra essi la guarigione dell’ernia nel bambino e soprattutto il dono di pane caldo, che appariva in quella nuda e fresca grotta oggi inglobata nel
Santuario.
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il quadro del 1600 |
E di questo miracolo fu testimone lo stesso vescovo di Siracusa, cui quel tempo ricadeva come territorio diocesano Noto, che si recò ad inquisire quello strano frate, che pareva
compisse prodigi. Ma dopo averlo apertamente quasi deriso, perchè non aveva ritrovato niente da criticare in quel povero frate, ed accingendosi ad offrirgli lui stesso del cibo, là in quella valle aspra, accanto
a quella grotta che fungeva da casa al povero eremita giunto da terra lontanissima, chiedendo Corrado di potervi entrare un attimo, ne uscì poco dopo con le braccia incrociate colme di pani caldi e profumati, al chè
il vescovo strabuzzando gli occhi, si gettò in ginocchio e riconobbe la santità e grazia concessi dal Creatore a quel mite frate.
In quel secolo riguardo all’origine del Santo venne presa per scontata la notizia che il Santo Corrado Confalonieri fosse originario della città di Piacenza; infatti risultava
certamente più semplice per quei tempi a Noto identificarlo con una città capoluogo della lontanissima Lombardia, perchè tutto il nord geograficamente era così chiamato. Ma a Noto non si accontentarono
di quelle notizie e le vollero approfondire in varie occasioni, quella più documentata è del 1610 con le lettere che spedirtono al duca Farnese, al vescovo di Piacenza ed ai Giurati che governavano.
Il Vescovo mons. Rangoni fece condurre una inchiesta che si concluse nel 1617 e che venne ratificata nel documento conosciuto come Legato Sancti Conradi del 9 agosto e redatto in curia
a Piacenza dal notaio e cancelliere imperiale Giovan Francesco de Parma.
In esso leggiamo che era risaputo che la famiglia dei Confalonieri del ramo ultra Trebbia era da secoli feudataria di Calendasco, e che quindi dopo aver ricercato sulla vita pubblica
e civile di San Corrado si attestava e si riconosceva la nascita fisica cioè l’origine terrena nello stesso luogo e che quindi il culto lì andava rinvigorito come già però da alcuni anni avveniva
avendolo assurto come Patrono.
Certamente non contribuì a sviluppare il culto in terra piacentina il fatto avvenuto in città il 10 settembre 1547 che vide il nobile Giovan Luigi Confalonieri abitante
nel castello di Calendasco, come mostrano le carte in archivio di Stato a Parma, partecipare alla uccisione di Pierluigi Farnese, duca di Piacenza e figlio di papa Paolo III.
In questo modo si capisce come mai il culto con
fatica uscì dalla terra siciliana per estendersi a tutto il mondo cattolico, e questo rilancio avvenne per mano di papa Urbano VIII nel 1625 che per certi versi tolse questa damnatio farnesiana annullando antiche e
vecchie censure e riportando tutto allo stato iniziale che vedeva l’Incendiario essere venerato come Santo a Noto ed ora lo era anche di tutto l’Ordine francescano e particolarmente del terzo ordine.
Possiamo affermare che la casata dei Confalonieri poi per tantissimi anni, sviluppandosi in tutta la diocesi piacentina questa devozione, si prendeva l’onere di mantenere vivo
e riscattarne il culto a questo Santo Eremita andando a onorarlo proprio nella chiesa di Calendasco.
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la RELIQUIA del PATRONO |
Dai documenti appare che ancora ad inzio novecento i Confalonieri di Piacenza, assieme al vescovo, festeggiavano questo insigne
piacentino a Calendasco, ove era Patrono e ne pagavano la festa solenne addirittura facendo illuminare internamente l’edificio sacro e solennizzando la messa con una orchestra di archi.
La chiesa è testimone di questi oltre quattro secoli di patronato, in essa si conserva il grandioso dipinto del 1600 posto nell’altare di San Corradio, ma anche la sua
immagine si staglia nell’abside nell’affresco realizzato nel 1971 dal pittore piacentino Luciano Ricchetti.
In chiesa si vede anche una seconda grande tela del Santo del XVIII sec. mentre sappiamo dai documenti d’archivio che la volta della chiesa era affrescata con episodi della vita
del santo, ma anche sopra al portone di ingresso interno era un dipinto del Patrono che abbracciava il borgo natio, ma ora questi dipinti giacciono conservati sotto lo scialbo. La statua ieratica del santo ha oltre un secolo
e veniva portata in processione dall’antica confraternita con la insigne reliquia, il pollice della mano sinistra, ed anche in archivio si conservano le carte del dono diretto dai vescovi di Noto di reliquie alla chiesa
di Calendasco nel 1907 da mons. Blandini e nel 1927 da mons. Vizzini.
La città di Noto è legata quindi intensamente con la terra piacentina e in particolar modo con il paese che gli ha dato i natali fisici nel 1290 e poi spirituali, soprattutto
con il disvelarsi di espidosi e documenti storici che entrano nel profondo di questo grande uomo. A Calendasco oltre alla chiesa, sono ancora visibili il castello dei Confalonieri del XIV secolo, il cui salone superiore è
tempestato letteralmente di stemma della casata nell’antico cassonato del soffitto, ed anche è ben conservato con un restauro ad arte, il romitorio ospizio di S. Corrado dove vissero i frati penitenti terziari
francescani che lo accolsero.
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2015 - I NETINI A CALENDASCO |
L’Eremita penitente, amatissimo nella città Noto che lo festeggia solennemente con celebrazioni e processioni di una forza devozionale unica, è ricordato anche nella
terra piacentina: in città nella novella parrocchia a lui dedicata ma particolarmente in Calendasco nel suo Dies Natalis - la nascita al Cielo - che avvenne nella grotta netina il 19 febbraio del 1351.
Nel 2015 una delegazione di pellegrini netini arrivò a Calendasco in visita ai luoghi del Patrono e venne donato nell’occasione un gigantesco Cilio ornato e dipinto realizzato
a mano, per accomunare la venerazione e cementare un gemellaggio che ormai è entrato anch’esso nei ricordi che fanno la storia di di S. Corrado il piacentino.
11 FEBBRAIO 2019 NOTO
GIORNATA NAZIONALE DEL MALATO
Come da tradizione, il BRACCIO RELIQUIA di San Corrado è stato portato assieme al Santissimo Sacramento, nei vari reparti dell'ospedale di Noto, tra i malati.
La giornata dell'11 febbraio è dedicata a Maria Santissima di Lourdes, che come sappiamo, è in modo speciale protettrice degli ammalati, infatti a Lourdes sono veramente tanti i miracoli che ancor oggi si succedono quando i malati si immergono nelle vasche d'acqua, là presso la grotta delle apparizioni.
A Noto tra gli operatori dell'AVO (Assoc. Volontari Ospedalieri) volontari che tanto fanno per alleviare le difficoltà di chi è ricoverato in ospedale, nella giornata della Madonna di Lourdes erano anche presenti tanti soci Portatori di San Corrado e soci Portatori dei Cilii.
Oltre a don Eugenio Boscarino, cappellano dell'ospedale a Noto e rettore del Santuario di San Corrado fuori le mura, ha celebrato anche mons. Angelo Giurdanella, vicario Generale della diocesi di Noto ed anche assistente spirituale delle due Società dei Portatori ed anche eran presenti i Frati.
Oltre a tanti Soci corradiani, erano quindi presenti anche il Presidente dei Portatori di San Corrado, da poco eletto, Francesco Berrini col vice Michelangelo Casto e per i Portatori dei Cilii il Presidente Sebastiano Floridia ed il vice Paolo Gozzo, e questo fatto è da evidenziare perchè i fedeli devoti sono una solo famiglia, con ognuno dei suoi membri con un proprio compito, ma sempre e tutto per la Gloria del Patrono e per la crescita umana di ognuno.
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Il gruppo di Fedeli nella Cappella dell'ospedale di Noto |
NOTO
SEGNI DELLA DEVOZIONE DI NOTO
una opera dipinta in questo febbraio 2019 dal pittore di Noto ROSARIO TUMINO
cogliendo appieno uno dei momenti di devozione, che da secoli, si ripetono nella città di Noto davanti alle Edicole Votive di San Corrado.
una opera dipinta in questo febbraio 2019 dal pittore di Noto ROSARIO TUMINO
cogliendo appieno uno dei momenti di devozione, che da secoli, si ripetono nella città di Noto davanti alle Edicole Votive di San Corrado.
NOTO 3 FEBBRAIO 2019
T R A S L A Z I O N E
DELL'ARCA DI SAN CORRADO
ALL'ALTARE MAGGIORE
CATTEDRALE DI NOTO
DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019
nella foto il gruppo dei PORTATORI DI SAN CORRADO e dei PORTATORI DEI CILI
DELL'ARCA DI SAN CORRADO
ALL'ALTARE MAGGIORE
CATTEDRALE DI NOTO
DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019
nella foto il gruppo dei PORTATORI DI SAN CORRADO e dei PORTATORI DEI CILI
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Per approfondire
- visita www.araldosancorrado.org
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- L'Araldo di San Corrado è il Collegamento Devozionale Italiano dei Devoti e Fedeli del Santo piacentino morto a Noto il 19 febbraio 1351 e nato in Calendasco (Piacenza) nel 1290
- San Corrado Confalonieri è stato un penitente, terziario francescano, vissuto da eremita in Noto, nella Valle dei Tre Pizzoni dentro ad una grotta