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CALENDARIO 2025 CALENDASCO

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VISITIAMO INTERNAMENTE IL CASTELLO
DEI CONFALONIERI A CALENDASCO (PIACENZA)

𝐴 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑑𝑖..
"𝐢𝐥 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐚𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐭𝐨𝐧𝐢 𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢 𝐚 𝐂𝐚𝐥𝐞𝐧𝐝𝐚𝐬𝐜𝐨: 𝐭𝐫𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐮𝐫𝐚 𝐧𝐚𝐜𝐪𝐮𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐨, 𝐦𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢̀ 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧 𝐨𝐦𝐢𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨. 𝐃𝐨𝐩𝐨 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐨, 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐟𝐚𝐥𝐨𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞, 𝐞̀ 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐫𝐮𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞. 𝐔𝐦𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐁𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐜𝐢 𝐟𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢".
Un programma di 𝑉𝑖𝑛𝑐𝑒𝑛𝑧𝑜 𝑅𝑜𝑠𝑎𝑛𝑎

TESTO BREVE IN INGLESE

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per divulgare la Storia di S. Corrado in modo
sintetico in lingua inglese

 

IL ROMITORIO DEL GORGOLARE

LUOGO STORICO DI CALENDASCO

Un rivo oggi intubato e un mulino demolito per lungo
tempo sono stati importanti per il paese 
particolare di mappa del XVI secolo con il rivo, l'ospitale ed il borgo

 
di  Umberto Battini
     studioso di S. Corrado

Un’interessante questione storica locale, ma salita alle cronache in volumi pubblicati a Roma ed altrove già qualche secolo fa, riguarda l’hospitale detto “del gorgolare”, oggi inglobato nel piccolo borgo di Calendasco. Abbiamo fatto una accurata ricerca e ne risulta che era luogo conosciuto sia in modo “geografico” che in quello “topografico” già dal ’600 da storici di chiara fama.

Il primo ad occuparsene nel 1568 è lo storico di Noto, Girolamo Pugliese, in uno dei suoi libri studio dedicati al patrono di quella città sicula, che ne detiene il santo corpo. Nel borgo sul fiume Po a Calendasco, fino a pochi anni fa esisteva ancora, sebbene dismesso, il mulino sul rivo Confaloniero, da qualche decennio completamente intubato. Praticamente dietro all’attuale palazzo del Comune costruito proprio un secolo fa sul prato annesso al mulino, come risulta ad esempio dall’estimo napoleonico.

L’antico luogo ancora nel 1800 denominato “molino Baffoni” che ne era il proprietario, aveva il canale delle acque che andava a girare a gomito proprio in prossimità dell’antico ospedale medievale.

Da questo inconfondibile rumore delle acque, che si infrangevano in questa curva, il nome particolare e locale di “ospitio del gorgolare”, prodotto appunto dal gorgoglio delle acque.

Tra gli storici che citano il luogo, caro quindi anche a San Corrado per la sua conversione, un importante volume edito nel 1935 a Macerata, scritto dallo storico Raniero Luconi dove leggiamo che “al principio del trecento esisteva a Piacenza, in un luogo detto Gorgolare, una comunità di eremiti sotto l’obbedienza di frate Aristide” il superiore proprio del piccolo convento ospedale per pellegrini del borgo.

Sempre in un volume degli “Acta selecta” francescani edito a Roma nel 1944  si cita “l’eremitorio del Gorgolare dove S. Corrado Confalonieri prese l’abito per mano di fra Aristide”. Altra citazione viene dallo storico Raffaele Pazzelli che nel volume stampato in Roma nel 1958 dalla Curia Generalizia del Tor francescano cita testualmente, censendo tutti i luoghi terziari in Italia: “il terzo luogo di cui ci è stata tramandata la memoria è il convento eremitaggio di Calendasco presso Piacenza” posto proprio al ridosso del canale del mulino.

Ma notevole rimane anche lo studio di Giovanni Parisi in un volume titolato “San Corrado Confalonieri Patrono di Noto” stampato a Torino dalla editrice Carteggio nel 1960. Scrive lo storico: “nel luogo ove sorge l’attuale Calendasco... molti anni prima dei fatti del nostro Corrado era in gran fama un convento eremitaggio di terziari” e dopo una sua personale visita al luogo prima della stesura del volume, poté quindi anche scrivere altre precise notazioni storiche.

Sulla base di deduzioni e documentazione scrive l’autorevolissimo storico Parisi: “siamo d’avviso che il romitorio detto del Gorgolare veniva a trovarsi proprio all’inizio dell’attuale Calendasco... il pozzo, la cantina, le scale ci dicono chiaramente nei loro avanzi che si tratta di un vero e proprio romitorio”.

Uguale avviso esprime lo storico Francesco Bordoni nel suo studio del 1658 ci lascia scritto: “Gorgolarii conventus in diocesi Placentinam” nel quale vivono frati dediti a penitenze e assistenza.

In poche parole, qui citando solo alcuni tra coloro che occupandosi di storia antica francescana, vanno a corroborare della certa vitalità di questo medievale luogo che ha però una fondazione addirittura in tempo longobardo, come da recente documentazione emersa.

Insomma la posizione addossata all’antico rivo macinatorio del mulino, con piega a gomito davanti all’antico sito, è una bella prova storica della toponomastica che anticamente sopravviveva, e purtroppo nei secoli andata dimenticata con il disuso dell’ospedale francigeno.

Ma la cosa notevole è che anche in mappe conservate in Archivio di Stato di Parma è possibile vedere chiaramente distinto questo luogo accanto al borgo di Calendasco con segnalato proprio il rivo che gira a gomito e prosegue verso il castello andando ad alimentare il fossato che lo circondava.

La terra piacentina è ricca di piccoli luoghi densi di storia, forse in parte andata dimenticata, trascurata, ma che ha lasciato tracce certe nella memoria scritta nei possenti studi di storici dei quali forse neanche sapevamo l’esistenza.

questo pezzo è apparso sul quotidiano ILPIACENZA il 16 giugno 2024
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  • San Corrado Confalonieri è stato un penitente, terziario francescano, vissuto da eremita in Noto, nella Valle dei Tre Pizzoni dentro ad una grotta