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PAPA URBANO VIII ANNO 1625

LA BOLLA DI URBANO VIII “DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI” DEL 12 SETTEMBRE 1625

Il 12 settembre 1625, Urbano VIII emanava la Bolla "Domini Nostri Jesu Christi", con la duale veniva accolta la supplica del Ministro Generale dei frati minori cappuccini, di poter celebrare con rito semidoppio la festa di San Corrado, "Tertii Ordinis eiusdem S. Francisci dum vixit professorem".

Ministro Generale dei frati minori cappuccini era allora fra Giovanni Maria da Noto e prima di lui era stato un altro netino, fra Clemente da Noto? Non e difficile vedere in questa richiesta l’affiorare della tradizione secolare della cittadinanza di Noto sull’appartenenza di San Corrado al Terzo Ordine francescano.

Il motivo addotto dai richiedenti, come desumiamo dalla bolla era che essi desideravano immensamente di poter recitare l’ufficio di San Corrado, per accendere sempre più la devozione verso questo santo, professo, in vita, del terzo ordine dello stesso padre San Francesco.

La risposta del papa non si fece attendere e superò i limiti della stessa richiesta. Come leggiamo nella bolla, egli ritenne lodevole tale desiderio e, dopo aver sottoposto la domanda al Consiglio dei Cardinali preposto ai sacri riti, concesse non solo ai frati minori cappuccini, ma a tutti e singoli i religiosi della famiglia francescana dovunque esistenti di poter celebrare in perpetuo la festa di San Corrado, con rito semidoppio. 

I terziari regolari, avendo con San Corrado una parentela più stretta, presero a celebrare la sua festa con un rito superiore, il doppio maggiore, e a dipingere la sua immagine nelle loro chiese, con un abito cenerino ed il cappuccio "utrinque angulare", come si puo vedere nella basilica romana dei santi Cosma e Damiano, sede principale de|l’ordine.

Con questa bolla, veniva definitivamente consacrata I’appartenenza di San Corrado al Terzo Ordine di San Francesco. Data l’evidenza del fatto, nessuno si pose mai il problema deIl’effettiva appartenenza di Corrado a questa famiglia francescana, nèall ora ne poi.

Quali argomenti possono aver indotto Urbano VIII e il Consiglio dei Cardinali preposti ai Sacri Riti ad estendere la festa di San Corrado a tutti i conventi francescani del mondo, riconoscendo così esplicitamente la sua appartenenza al terzo Ordine di San Francesco?

Sarebbe antistorico il voler tacciare di leggerezza Urbano VIII e con lui il Consiglio dei Cardinali, per aver voluto ampliare il culto del Beato Corrado, finora limitato alla Sicilia e alla città di Piacenza, fino a raggiungere gli innumerevoli conventi e chiese francescane, sparsi per ogni dove nel mondo, trattandosi per giunta di un Beato o di un Santo, che era tale senza una formale canonizzazione pontificia, ma per un equipollente decreto emesso da un vescovo su commissione papale. 

Urbano VIII e rimasto celebre nella storia della Chiesa, proprio "per aver indirizzato la procedura canonica della canonizzazione a quella sicurezza e austerità che vige tuttora". Per giunta la data della bolla "Domini Nostri Jesu Christi", 12 settembre 1625, si trova proprio a cavallo tra le date del 16 marzo e del 2 ottobre 1625, che videro la promulgazione di due decreti della Sacra Inquisizione in materia di culto, con i quali Urbano VIII vieto d’un colpo ogni culto ecclesiastico nuovo; anzi d’allora in poi l’esistenza di tale culto recente doveva costituire un impedimento sulla procedura canonica"’.

Sotto il suo pontificato nessuna canonizzazione fu fatta e neppure sotto il pontificato del suo successore Innocenzo X, fino ad Alessandro VII, che ne celebrò una nel 1658.

Perchè dunque questa eccezione per il nostro Corrado? 

Ouali possono essere stati gli argomenti che indussero Urbano VIII e il Collegio dei Cardinali ad avallare l’appartenenza di San Corrado al Terzo Ordine di San Francesco, tanto da estendere il suo culto a tutti i francescani del mondo, in tempi assolutamente contrari alla proliferazione dei culti?

Evidentemente il complesso delle prove deve essere apparso ai loro occhi così probatorio, da escludere ogni ragionevole dubbio. In che cosa sarà consistito tale complesso di prove? È quello che ci accingiamo a fare, esaminando con occhio critico i documenti riguardanti San Corrado, a partire dalla sua morte.

testo tratto dal libro

SAN CORRADO CONFALONIERI

EREMITA TERZIARIO FRANCESCANO

di Gabriele Andreozzi

editrice ALVERIA - Noto 1993 alle pp. 23-25


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