LETTURE DEL BLOG N. 126.874 ALLA DOMENICA 7 LUGLIO 2024

TRA DANNAZIONE E SANTITA'

CORRADO CONFALONIERI
TRA DANNAZIONE E SANTITA'

Meriterebbe di essere il simbolo del tratto
piacentino della via Francigena

di Umberto Battini
    studioso di S. Corrado

Se c’è un personaggio medievale piacentino che potrebbe essere “eletto” quale simbolo “Francigeno d’eccellenza”, questo è fuor di dubbio Corrado Confalonieri. Il santo meriterebbe d’essere proprio il logo rappresentativo della via Francigena locale, di tutto il territorio di Piacenza solcato dalla strada medievale, un perfetto Pellegrino del Po.

Un piacentino importante, come lo è stata la sua famiglia: dal poderoso castello di Calendasco sul fiume Po dove nacque nel 1290, dopo gli eventi della sua dannazione delle memorie causa l’incendio della caccia, stupidamente appiccato nel 1315, si ritrova a doversi fare “penitente francescano”, nell’ospitale del “gorgolare”.

È storicamente un pellegrino d’eccellenza, difatti verso il 1323 partito dall’ospitale di Calendasco, calpestò tutta la Via Francigena, fino a Roma e poi ancora nel tratto che porta a Brindisi, da lì imbarcato per Gerusalemme.

Arriva a Noto in Sicilia nel 1343 dopo una sosta a Malta, dove venne cacciato miseramente, e sbarcato a Messina cammina fino alla “Ingegnosa Noto” dove, leggiamo dalla sua agiografia più antica (datata alla fine del 1300) si dice che “a Noto erano le migliori genti” e così è la solida generosa accoglienza riservata al frate Corrado dal quel  primo giorno tra i netini.

Ma sul groppone del santo eremita piacentino c’è anche tutta la faccenda della sua santificazione: appena morto, come si usava in quel medievo, il vescovo locale poteva “far santo” un personaggio locale acclamato a furore di popolo. Questo fu il suo caso.

Il terremoto di Sicilia del 1693 ha spazzato via buona parte dei palazzi storici, degli archivi dei conventi, chiese e notai ma per fortuna rimane intatta la pratica antica del 1485: si dà il via da Noto ad un “processo per canonizzazione” con testimoni di eventi miracolosi relativi a San Corrado.

Tutto si ritarda. A Roma pare che addirittura nulla sia stato messo “agli atti” e causa periodi di guerre, tumulti e fatti di politica. È un nulla di fatto ed a peggiorare le cose arriva la congiura di Piacenza del 1547.
Tra gli assassini del duca, Pierluigi Farnese, figlio di papa Paolo III, c’è anche tra i famosi quattro del “Plac” (Pallavicini-Landi-Anguissola-Confalonieri) anche il feudatario di Calendasco Giovan Luigi Confalonieri, ramo di discendenza diretta del santo. Da quel fatto San Corrado venne messo all’angolo in tutta la Diocesi di Piacenza e questo fino ad inizio del ’600, quando il Confalonieri partì per Milano, carico però del frutto in soldoni della “confisca farnesiana”.

Altri membri della stessa casata “slegati” da questo evento rimasero tranquilli a vivere nel Piacentino ed anzi, quando tutto tornò nel silenzio cercarono d’appropriarsi addirittura della nascita del santo nel loro ramo di discendenza, per darsi vanto.

Il papa Paolo III aveva detto, e questo è riportato: “Come papa li perdono, come uomo non sarò soddisfatto fino a che non li vedrò morti!” riferito ai quattro congiurati.

Immaginiamo quando a Roma arrivò sul tavolo del papa la “pratica” San Corrado ma con cognome Confalonieri! Tutto fermo, a Piacenza e soprattutto a Calendasco, luogo d’abitazione di uno dei carnefici di suo figlio: il culto di San Corrado era stato approvato per essere diffuso solo in tutta la Sicilia e così doveva restare cioè un culto “rinchiuso” sull’isola.

Le cose tornano a posto il 9 agosto del 1617: è il vescovo di Piacenza mons. Claudio Rangoni che dà una scossa forte e decisa al recupero del culto, infatti “approva, decreta e firma” ciò che è scritto nero su bianco nel notarile di curia “Legato Sancti Conradi”.

Traducendo dal latino il documento, che si conserva in una imbreviatura originale in Archivio di Stato a Piacenza, così si legge: ”...i Confalonieri furono per diversi secoli feudatari abitanti di Calendasco... circa S. Corrado come è appurato dalle cose fatte sapere della sua vita pubblica, certamente la maggiore devozione è da promuovere e deve essere stimolata nella predetta Chiesa di Calendasco, il medesimo luogo dal quale questo Santo, come appurato, ha tratto la sua origine terrena”.

Chiarissimo e inoppugnabile, un documento di curia a Piacenza, per mano notarile e qualche anno dopo, anche papa Urbano VIII darà un bel colpo alla risoluzione “della santità” circa San Corrado.

Infatti in una bolla da lui emessa e firmata il 12 settembre del 1625, concede ai francescani (nel cui santorale ricade il santo) di poter fare culto “in tutto il mondo a San Corrado” (lo chiama proprio così). Inoltre il papa precisa che "qualsiasi scomunica" ed altra pena relativa al fatto che si venerava Corrado come santo, quando invece era solo beato, è completamente tolta, anche quelle dei suoi predecessori, senza possibilità di ricorso e quindi concede di tornare a venerarlo quale Santo, come infatti si faceva a Noto da secoli da quel 19 febbraio 1351.

Su questo uomo medievale della terra piacentina, che ha unito Calendasco con la città di Noto, dove un santuario ne racchiude la grotta della sua vita eremitica fino alla morte, molto ci sarebbe da scrivere. La cosa notevole è che c’è tanta documentazione, conosciuta ed inedita, e quando nel 1610 i Giurati di Noto scrissero ai reggenti di Piacenza, specificarono che sapevano bene che il santo era proprietario feudatario del castello di Calendasco, cosa non di poco conto.

Nuovo e ricco materiale d’archivio è emerso da pochi anni, già sotto la lente di studio e di confronto, per arrivare a mettere ancor più luce sul santo Corrado Confalonieri da Calendasco, penitente, pellegrino e poi eremita.

QUESTO TESTO E' APPARSO SUL QUOTIDIANO ILPIACENZA.IT
il 18 febbraio 2024 a firma di Umberto Battini


CALENDASCO TERRA CORRADIANA

IL BORGO CONSERVA LA DEVOZIONE
A SAN CORRADO CONFALONIERI
Da giugno i documenti del culto di Calendasco
al Patrono raccolti in un libro
La Storia che parla per mezzo dei nostri avi, devotissimi e sinceri
un Santo che ha unito alla città di Noto in Sicilia
 

 

BRACCIO RELIQUIARIO DI NOTO

CADEVA NELL'ANNO 2020 A NOTO
IL 70° ANNIVERSARIO DEL DONO
DEL BRACCIO ARTISTICO IN ARGENTO
CON LA RELIQUIA DI SAN CORRADO

di Umberto Battini 
studioso di S. Corrado

Come studioso devoto di S. Corrado, sono sempre molto attento anche a tutto ciò che gira attorno alla venerazione del Patrono. E questo anche dal punto di vista storico, infatti è un modo per vedere "vivo" tutto quello che generazioni di fedeli a S. Corrado hanno fatto nel tempo indietro a noi.
Ad esempio l'ultimo mio lavoro a stampa, riguarda proprio il culto ultracentenario che gli si dava in Calendasco piacentino: affreschi, quadri, processioni, reliquie e riti liturgici patronali solenni, tutto documentato dai verbali dei parroci.
A Noto nel 1950 si pensò di far realizzare un reliquiario a forma di Braccio, nel quale inserire la reliquia insigne di S. Corrado.
Nell'anno 2020, in tempo di covid, ricadeva il 70° anniversario di questo fatto storico e religioso, cioè l'aver appunto fatto realizzare il prezioso reliquiario.
Un bell'esempio di venerazione del popolo devoto netino.
Ho fatto una breve ricerca ed è emerso, leggendo appunto dal punzone dell'argentiere e dalle scritte incise alla base, "la storia" di questo ottimo reliquiario. 
Vi si può vedere impresso il punzone, obbligatorio per legge, dell'argentiere con il suo personale simbolo e firma: Devecchi, di Milano.
Incisa pure la dedicatoria in latino: Grati Animi Causa Netini + A D + 1950.
Essa significa: I Netini Grati per i piaceri (grazie) ricevuti + Anno del Signore + 1950.
Il popolo di Noto offrì la somma necessaria per far eseguire quest'opera da uno degli argentieri più bravi ed importanti in Italia, la famiglia Devecchi.
Un dato di fatto storico e vicino a noi nel tempo, una chiara e vivida testimonianza di Amore devozionale che da secoli a Noto si perpetua.
Anche questo fatto merita di entrare a conoscenza dei devoti tutti.
 


LE IMPRONTE DI SAN CORRADO

QUANDO LA STORIA

LASCIA LE SUE IMPRONTE

In questa missiva inviata a Piacenza nel 1610 già si indicava che San Corrado fosse stato padrone del castello di Calendasco ! Ben lo sapevano già anche a Noto e questo è un dato importantissimo !


SAN CORRADO

SAN CORRADO CONFALONIERI
PATRONO DI CALENDASCO (PIACENZA)
Milite vescovile guelfo, figlio del feudatario di Calendasco, il Santo Corrado Confalonieri si fece penitente, terziario francescano ed infine eremita a Noto nella Valle dei Tre Pizzoni dove visse e morì.
Il maestoso quadro in chiesa a Calendasco, piede destro sulla terra, simbolo della nascita fisica, piede sinistro sulla roccia, simbolo della vita eremitica a Noto.
Nato a Calendasco nell'anno 1290 e morto a Noto nella grotta il 19 febbraio 1351.

 

RESOCONTO PRESENTAZIONE LIBRO A PIACENZA

NEL CENTRO CULTURALE 
DI PIACENZA "FABBRICHE&NUVOLE"
RESOCONTO DELLA PRESENTAZIONE

Mercoledì 5 giugno 2024 alle ore 18
Un pomeriggio caldo, estivo, nel cuore di Piacenza.
Davanti ad una buona platea è stato presentato il libro "I documenti del culto a San Corrado" di Umberto Battini.
E' il terzo libro dell'autore sulla figura storica di questo uomo medievale piacentino, salito alla gloria degli altari e il cui corpo si conserva nella splendida città di Noto in Sicilia.
Lo scrittore Claudio Arzani ha condotto il pomeriggio culturale, mentre Dalila Ciavattini ha letto parti del volume. Presente il presidente di "Fabbriche&Nuvole" il prof. Bernardo Carli e lo scrittore siciliano Carmelo Sciascia che ha fatto un intervento sul legame "San Corrado-Calendasco e Noto" interessante.
Tra il pubblico il M° Bruno Grassi attuale proprietario del medievale romitorio-ospitale di Calendasco, luogo che accolse il santo Eremita dopo il fatto dell'incendio nell''anno 1315.
Il libro di Battini raccoglie documenti originali del culto svolto nei secoli a Calendasco, partendo dai libri della confraternuita già attiva nel 1749.
Il famoso "Legato Sancti Conradi" del 1617 che indica la nascita del santo Eremita a Calendasco, documento scritto in curia a Piacenza, è pubblicato integralmente nel volume di Battini "I documenti Inediti di S. Corrado" del 2006. 
Nel caldo pomeriggio piacentino, in via Roma a due passi dalla via San Corrado Confalonieri, si è dunque parlato e discusso di S. Corrado e della sua figura umana storica. Ci si è concentrati su Calendasco e sul culto antichissimo patronale.
Un momento di cultura vivace, che ha messo in luce questa figura di Santo e di uomo del medioevo piacentino e che merita d'essere riscoperto attentamente.
L'incontro si è concluso con un ottimo rinfresco offerto a tutti i presenti.

LA RECENSIONE DEL LIBRO

IL TESTO SCRITTO DA CARMELO SCIASCIA
SCRITTORE E SICILIANO DOC
La recensione del libro "I documenti del culto a San Corrado"
di Umberto Battini
Il libro di Umberto Battini “I documenti del culto a San Corrado” sarà presentato il 5 giugno -ore 18.00- alla Fabbrica dei grilli, in via Roma, 163 a Piacenza, nell’ambito della rassegna dei mercoledì curata dal poeta-scrittore Claudio Arzani, che da due anni promuove gli scrittori e la cultura piacentina. La Fabbrica dei grilli è una realtà ideata dall’ingegnoso Bernardo Carli già dirigente del locale Liceo artistico con lo scopo primario dell’inclusione, considerata la realtà multietnica del quartiere. La Fabbrica dei grilli è un luogo di rigenerazione urbana dove, attraverso il volontariato e la cultura, si promuove la solidarietà e l’accoglienza.
 
Ci sono nomi che si legano a luoghi, come nomi che si legano a particolari eventi e personaggi. Ed ancora ci sono nomi che richiamano subito alla memoria luoghi e personaggi. Sant’Antonino o Scalabrini sono nomi che rimandano alla città di Piacenza, come dire Recanati è tutt’uno con Giacomo Leopardi. Se poi a tutto ciò si aggiunge l’etimologia del nome stesso qualsiasi dubbio cede le armi ad una verità lapalissiana che identifica il personaggio con i suoi studi e la sua devozione.
 
Mi riferisco ad Umberto Battini. Dire Umberto Battini è un chiaro riferimento a San Corrado Confalonieri e ad una località: Calendasco. Nel medioevo i nobili, dediti alla caccia, attendevano con l’arco e le frecce pronti a colpire la selvaggina, vi era tra la servitù chi batteva le siepi per far fuggire dai loro nascondigli le prede. È storicamente accertato come dalla figura dei battitori detti battini deriva il cognome Battini. Sappiamo che Corrado Confalonieri era un nobile che amava la caccia e che si serviva di tanti battitori (battini) durante le sue scorribande nelle campagne piacentine. Umberto porta questo antico cognome, come segno di un destino premonitore, proprio di un servitore di San Corrado.
 
Ed ancora, Battini nasce e vive a Calendasco, il paese dove sorge il castello che ha dato i natali al Santo. Evento che si ricorda e si festeggia il 19 febbraio, il suo dies natalis, avvenuto nel 1290. E del Castrum Calendaschi, feudo per duecento anni della nobile famiglia dei Confalonieri, Umberto ci ha rivelato e continua a rivelarci tutte le vicende che hanno caratterizzato e continuano a farne la storia.
Ed ancora. Oltre a Calendasco, è conseguenziale riferirsi ad un’altra lontana città: Noto, nota (scusate la cacofonia) città barocca nella omonima vallata siciliana. Proprio in quella città visse in santità e morì Corrado Confalonieri. Dei legami tra il paese di Calendasco e la città di Noto, Umberto è un fine cultore. Ha tessuto legami stabili tanto da diventare Socio Onorario dell’Associazione dei Portatori dei Cilii di Noto. Un prototipo di questi ceri è stato donato dai netini e si trova presso la chiesa di Calendasco.
 
Tutto ciò come premessa per rendere di pubblico dominio un nuovo studio di Umberto Battini dato alle stampe i questi giorni “I documenti del culto a San Corrado”, libro che raccoglie le carte originali di Calendasco circa il Patronato secolare del Santo. Si inizia col fare la storia della chiesa di Calendasco del ‘900, per riportare documenti e fatti di tanti secoli addietro. Questa ricerca segue il volume del 2006 “San Corrado Confalonieri – i documenti inediti Piacentini” e la pubblicazione del 2005 “San Corrado Confalonieri – il cercatore di Dio”.
 
A queste pubblicazioni vanno aggiunte le tante mostre che Umberto ha realizzato a Piacenza ed a Calendasco. Sì, proprio a Calendasco nell’antico Romitorio, che aveva visto la conversione di Corrado e la sua adesione alla regola francescana nel 1315. Il Romitorio è stato sempre messo a disposizione per tutte le iniziative culturali che, di volta in volta, si sono succedute e che hanno riguardato la storia del borgo e la figura di San Corrado, dal pittore e maestro Bruno Grassi, che tanto ha contribuito per custodirne la memoria. Le mostre organizzate da Battini hanno riguardato i documenti che attestano il culto del Santo, l’iconografia che nei secoli è dilagata in tutta Italia ed i legami del sito e del Santo con la via Francigena.
 
La documentazione storica è sicuramente il piatto forte di tutta la produzione di Umberto. I miracoli sono un attributo della santità, che può essere accolta solo secondo un atto di fede, i documenti sono un dato fattuale a cui tutti dobbiamo sottostare perché espressioni inconfutabili della storia. Allora non ci rimane altro che accogliere questa nuova pubblicazione come un contributo non solo alla santità di Corrado, ma come un contributo alla conoscenza della storia tout court.
 
Carmelo Sciascia  scrittore


RECENSIONE LIBRO 2024

ECCO L A RECENSIONE DEL LIBRO
FATTA DALLO SCRITTORE SICILIANO
CARMELO SCIASCIA
Una importante presentazione apparsa sul quotidiano di Piacenza "ILPIACENZA" scritta da un uomo di grande cultura, siciliano doc, Carmelo Sciascia.
Il libro raccoglie documenti inediti mai pubblicati prima.

LIBRO 2024

TRE PRESENTAZIONI IMPORTANTI
SARANNO FATTE NEL PROSSIMO GIUGNO
In seguito vi comunicheremo il luogo esatto, la data e l'ora

1 PIACENZA
2 CALENDASCO
3 BETTOLA

 


NUOVO STUDIO STORICO 2024

PUBBLICATO UN LIBRO NUOVO
CON DECINE DI CARTE INEDITE
DELL'ARCHIVIO DI CALENDASCO
CON IL RAPPORTO DIRETTO CON NOTO
GIA' 120 ANNI FA
Mai nessuno aveva pubblicato le carte contenute nell'Archivio della Parrocchia di Calendasco di Piacenza.
Strepitosi incartamenti originali, verbali, che ci testimoniano il legame diretto con Noto ma non solo!
I Vescovi e i discendenti festeggiavano nel borgo dei Confalonieri e vennero anche fatti dipingere tanti nuovi affreschi del Santo! Purtroppo oggi finiti sotto allo scialbo giallo pitturato nel 1971.


 

SAN CORRADO ARTICOLO STORICO

SUL QUOTIDIANO ILPIACENZA
UN ARTICOLO DEDICATO A SAN CORRADO


NOTO 19 FEBBRAIO MATTINO

 


NOTO 19 FEBBRAIO

LUNEDI' E' IL DIES NATALIS
DI SAN CORRADO
GRANDE PATRONALE A NOTO

CALENDASCO 2024

LA PATRONALE A CALENDASCO (Piacenza)

 


ROMA FEBBRAIO 2024

I NETINI ED I SICILIANI
RESIDENTI A ROMA 
IN FESTA PER SAN CORRADO
Nella Chiesa dei Siciliani "Santa Maria Odigitria"
in via del Tritone 82 nel cuore di Roma

SABATO 10 FEBBRAIO 2024 ALLE ORE 16.30
Celebra la Santa Eucaristia il vescovo di Noto mons. Salvatore Rumeo
partecipano Autorità Civili e Militari di Noto oltre ai Portatori dei Cilii ed ai Portatori di San Corrado e sarà trasmessa sul canale facebook di "TUTTO SU NOTO"


 
 

Per approfondire

  • visita www.araldosancorrado.org
  • Questo Blog e' un prodotto amatoriale e non editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001
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  • L'Araldo di San Corrado è il Collegamento Devozionale Italiano dei Devoti e Fedeli del Santo piacentino morto a Noto il 19 febbraio 1351 e nato in Calendasco (Piacenza) nel 1290