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MEMORIA e STORIA




 Così canta ne ‘La vita e i miracoli di S. Corrado’ il netino Girolamo Pugliese (sec. XVI) nella 43ª sestina [traduzione dal siciliano]: «Volle sapere la città di Noto / qual’era di Corrado il cognome. / Si recò a Piacenza un degno sacerdote / per informarsi dai più anziani. / Risposero che era un noto cavaliere / andato via dalla città a fare vita penitente: / era un Confalonieri di Piacenza».



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SAN ROCCO e SAN CORRADO

Il TESTO dell'articolo apparso sul quotidiano LIBERTA' di Piacenza lunedì 6 agosto 2012
di Umberto Battini
    Studioso di S. Corrado (Piacenza-Calendasco)



 


SAN ROCCO e SAN CORRADO
Incontro in terra piacentina


Essendo molto sentita la festa di S. Rocco dai piacentini, proprio nel periodo agostano che segna la ricorrenza, vorrei proporre all’attenzione degli amici soprattutto sarmatesi questa riflessione storica basata sul documento dell’antica visita apostolica alla chiesa di Calendasco effettuata dal Vescovo mons. Giovan Battista Castelli il 16 dicembre 1579.
Già il fatto che San Rocco sia inscritto nel Calendario e Ufficio Liturgico del Terzo Ordine Francescano - oppure Regolare (TOR) che dir si voglia - era stata per me una scoperta importante! Infatti questo santo, veneratissimo nel Piacentino, secondo la Tradizione è appena successivo nei suoi accadimenti di vita, a San Corrado, ed anzi per certi anni, la loro vita si intreccia nel piacentino: intendo quando il nostro santo Corrado già era ritirato nel romitorio di Calendasco del 'gorgolare' (appresso al mulino), con la comunità retta dal superiore frate Aristide.
 Il prezioso Registro originale è in Archivio della Curia di Piacenza e in microfilm presso l’Archivio di Stato di Piacenza. Per sviluppare questa intrigante ipotesi di un possibile incontro tra i due Santi Penitenti Rocco e Corrado mi servirò oltre che del citato atto anche dello studio storico rocchiano del Diedo e d’altri suoi estimatori.
Lo spunto mi è dato da questa parte del manoscritto: “In predecto territorio de Calendasco” sottoposto alla chiesa parrocchiale è “oratorium nuncupatum sub vocabulum Sancti Rochi posito in loco arene” ove risiede il Signor Rizzolo ed è “in territorio diciti loci Calendaschi ed quo est profanatum et nihil habet in bonis, et non habet aliqua paramenta...”.
Dalla carta deduciamo che il culto a San Rocco era esistente: santo penitente terziario, venerato principalmente contro la peste e anche assurto a protettore dei pellegrini e ascritto ufficialmente nel Registro dei Santi del Terzo Ordine Francescano. La località di Arena, ancor oggi abitata è sulla “strata romea” cioè la via Francigena che dirige a Calendasco ed al porto del Po.
L’oratorio in Arena nel 1579 è ormai desueto e profanato, cioè non più in uso, questo significa che doveva avere un’antica fondazione e quindi abbastanza remoto risalente alla prima divulgazione del culto rocchiano in terra piacentina, come appunto fu in Sarmato e nella stessa Piacenza.
Possiamo con certezza affermare che un tempo, cioè prima della profanazione o più semplicemente dell’abbandono, fosse dotato di propri arredi e paramenti per la sacra liturgia ed anche adorno di pitture al Santo Rocco.
Purtroppo oggi dell’oratorio si è persa completa memoria e non è desumibile sapere ove fosse la sua costruzione lungo la strada nel luogo di Arena e anzi si crede certamente abbattuto nel tempo proprio perché diroccato.
Certezza vuole però che questo oratorio dedicato a San Rocco sorgesse al ridosso della strada principale diretta al borgo sul Po: ancora oggi questa piccola frazione sorge lungo l’asse viario principale ed è segnalata già come frazione, nominata quale Arena, in mappe del tardo 1500 ed in carte notarili molto più antiche che indicano terre e possedimenti in Arena territorio di Calendasco.
E' storicamente certo che i Terziari ospedalieri - quali in Calendasco - di cui anche s. Rocco è un 'infermiere itinerante' (così lo definiscono gli storici per il fatto che itinera da ospitio in ospitio proprio al servizio degli infermi), sono con quelli viventi nei romitori, i primi 'congregati' per una risoluzione alla Regolarità dei Terziari, e il "romitorio" di Calendasco è tra i 'fondanti'.
Dicevo di San Rocco: ebbene scopro che Studi eminenti, quali quello di mons. Fusaro, ci donano riferimenti storico-critici molto interessanti, in sintesi:
-lo storico Diedo dice s. Rocco nato nel 1295 e morto nel 1327
-un altro studio ci informa che fino ad argomenti più decisivi le date cui attenersi circa la vira rocchiana sono quelli forniti dal Diedo e non il 1345-1377 come alcuni ipotizzano.
-il Maurino propende per le date ultime mentre p. Filippo da Bergamo e il domenicano Maldura sono per la data prima
-monsignor Ceroni Professore del Pontifico Seminario Vaticano sostiene le date tradizionali 1295-1327.
Se le date prime fossero confermate (ne le prime ne le ultime lo sono con certezza ma aperte a studio e ipotesi) vediamo una coincidenza piena con l'epoca del piacentino San Corrado.
Ovvio che l'incertezza sulle date del santo Rocco non ci spinge oltre, di storico rimane la permanenza nel piacentino, presso il territorio di Sarmato, e che era penitente terziario anche se questo aspetto viene raramente messo in luce non ostante sia bianco su nero e nell’immaginario comune San Rocco rimane un anonimo laico che visse cristianamente: così non è, aveva un ideale che lo spronava, molto diffuso in quegli anni come documentano le Fonti, ed era appunto l’ideale terziario penitenziale francescano.
Stando alle date di vita di San Rocco fornite dagli studi del Diedo è logico e probabile pensare anche 'storicamente' di un incontro tra i due santi citati.
Scrive il p. Fredegando da Anversa autorevole storico:
"... A misura che crescevano la vita spirituale e l'operosità pubblica dei Terziari aumentava anche il loro attaccamento reciproco e si moltiplicavano le loro adunanze (vedi il grandioso Capitolo di Piacenza del 1280). In molti luoghi essi aprirono degli ospedali e degli ospizi per i poveri e pellegrini, dove necessariamente alcuni fratelli dovevano prendere dimora..."
Comunque il fatto notevole è che i due Santi hanno lo stesso ordine terziario: san Rocco come pellegrino-infermiere e san Corrado Confalonieri penitente-romita.
Nelle piccole curiosità storiche a volte si nascondono grandi illuminazioni, San Rocco e S. Corrado alla fine li scopriamo degnamente riscoperti e venerati nella loro Piacenza.

Umberto Battini




Agosto 2012 - l'attesa di Noto



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